Inizia a svuotarsi il lago del Corlo «Una presa in giro»

Pareva che le laminazioni sarebbero cominciate a ottobre Gli operatori: «Il paesaggio cambia e i turisti sono delusi»
Di Francesca Valente

Mentre parliamo, Mauro Carazzai continua ad ancorare e slegare pedalò. L'andirivieni di turisti anche stranieri al noleggio è ininterrotto. Eppure c'è qualcosa che non va: è il lago che non va. Anche quest'anno, contrariamente alle promesse fatte dalla giunta regionale, il lago ha iniziato la sua inesorabile discesa a inizio luglio, giustificata dallo stato di emergenza per siccità e dagli accordi storici con la pianura e poi domenica quella melma comparsa improvvisamente al mattino a causa delle alghe. «Al momento scende piano, però entro fine mese andrà giù di altri 8-10 metri», dice Carazzai puntando lo sguardo all'orizzonte, «per questo chiudo il 31 agosto: perché poi non c'è più gente».

La discesa del lago, per quanto inesorabile, è più lenta del solito: una ventina di centimetri al giorno, un moto quasi impercettibile. «Quando il lago è sotto di 12-15 metri, mi ci vogliono 8 scalini per arrivare all'acqua. I cavi per ancorare le barche non sono abbastanza lunghi, non riesco quasi ad arrivare a bagno. Il problema è che tra di noi ci parliamo poco e che non facciamo fronte comune contro queste decisioni, che non tengono conto delle nostre esigenze. Avranno anche costruito il bacino per alimentare la pianura, però le cose cambiano e gli agricoltori potrebbero evolversi».

Della stessa idea il titolare del vicino camping “Al Lago” Andrea Antonelli: «L'impressione è che la nostra acqua venga sprecata: se davvero viene impiegata per l'irrigazione, vanno creati sistemi rispettosi dell'ambiente e dell'ecosistema, perché i danni sono tutti a monte». Le variabili turistiche sono molte: «Quando la gente arriva qui, si lamenta perché si trova di fronte un paesaggio completamente diverso e perché, nonostante l'acqua bassa, non si può fare il bagno». Antonelli è operatore turistico anche sul lago di Levico: «In Trentino nessuno si permetterebbe mai di compromettere un ambiente naturale o di intralciare il turismo solo per dare acqua a chi ne approfitta in modo indiscriminato. Non si può permettere che le politiche forti prevarichino sugli interessi dei privati».

Mentre passeggia sul letto spogliato del lago, poco sotto l'albergo Parigi, il presidente del Bacino di pesca numero 12 Enzo Querincig ricorda che «ogni anno sul lago del Corlo arrivano dai 14 ai 15 mila pescatori, molti dei quali anche stranieri. Per la pesca di certe varietà, come il luccio, siamo uno dei migliori laghi in Europa. Ma svuotare il lago fino a questo punto è deleterio, e non siamo noi a dirlo. Lo svuotamento porta i pesci piccoli ad abbandonare i loro rifugi nei fondali bassi e a finire per essere predati dai pesci più grossi. Noi cerchiamo di salvarli con riparti artificiali, ma il nostro intervento è una goccia nel mare». Nel lago, in questo caso. «Credo fortemente che tutte le entità dovrebbero essere messe sullo stesso piano», esclama indignato, «l'acqua non è nostra, ma in pianura la considerano come fosse loro. Se il lago diventasse sito Natura2000, e ne avrebbe tutti i diritti, forse le cose cambierebbero».

Alti e bassi sono un deterrente anche per la marea di pescatori, che in questo periodo diminuiscono, per tornare ad affollare Rocca quando le laminazioni si stabilizzano, tra settembre e ottobre. «Quando il lago scende aumentano moscerini, mosche e zanzare, senza considerare gli odori che arrivano», lamenta Paolo Paris dell'albergo Parigi, gestore da un anno e mezzo appena. Anna Smaniotto del bar di Rocca invece assiste alla stessa scena da una vita: «È da 36 anni che dicono che non lo abbassano e 36 anni che lo vediamo scendere sempre in piena estate. Basta prenderci in giro». Anche perché «se non funziona il lago, non funziona tutto il resto».

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