Innevamento artificiale sulle Dolomiti, un vero salasso

BELLUNO. La stagione degli impiantisti sta per concludersi accompagnata da quello che sembra a tutti gli effetti un paradosso: le temperature costantemente al di sopra della media infatti hanno prodotto un costo elevato sul fronte della produzione di neve artificiale al punto che gli incassi, peraltro più che soddisfacenti, verranno interamente risucchiati dalle spese.
Risultato? Ad oggi non ci sono le adeguate coperture in cassa da riservare al fondo di ammortamento relativo agli investimenti sostenuti negli anni scorsi proprio per migliorare l’efficienza degli impianti di innevamento programmato. In poche parole: l’abbondante produzione di neve artificiale quest’anno non permetterà di coprire le spese sostenute per migliorare la rete di innevamento artificiale.
Un "rompicapo" che nel concreto costringerà gli imprenditori del settore a nuovi ed ulteriori sacrifici per mantenere in piedi la baracca.
«I costi relativi alla produzione di neve artificiale quest’anno hanno superato abbondantemente i cinque milioni di euro» annuncia il presidente di Anef Veneto Renzo Minella, «questo aspetto si conferma ancora una volta l’anello debole della catena visto che le presenze riscontrate nella stagione invernale sono in linea con lo scorso anno se non addirittura superiori. Questo dato, alla luce di un meteo costantemente avverso, va considerata come una grande vittoria per tutto il carosello sciistico bellunese. Il problema risiede nei costi di gestione sempre più elevati. Al momento ed alla luce delle situazioni riscontrate non esistono soluzioni in grado di cambiare lo scenario. Alla mancanza di precipitazioni o alle temperature elevate non esistono infatti rimedi».
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Ed allora il leit motiv tipico del periodo torna in auge prepotentemente: come possono le istituzioni aiutare le imprese del comparto impiantistico a risolvere un problema che anno dopo anno diventa sempre più ingombrante? «Le istituzioni hanno già fatto la loro parte favorendo gli investimenti necessari sia per migliorare gli impianti di risalita che per rendere più efficiente il nostro sistema adibito alla produzione di neve artificiale» risponde il presidente di Anef Veneto, «il problema risiede nel fatto che non ci sono i soldi per coprire i finanziamenti sostenuti, perché interamente impegnati nella produzione di neve artificiale, elemento determinante per salvare la stagione quando non si dispone di neve naturale».
L’unico passo concreto da perseguire al momento porta al contenimento dei costi di acqua ed energia elettrica: «Ne stiamo parlando da tempo con le autorità competenti anche grazie al sostegno istituzionale» spiega Minella, «torneremo a discuterne una volta conclusa la stagione. Senza dubbio sarebbe un segnale ben accolto dagli impiantisti».
Intanto la stagione dello sci 2016/2017 rischia di andare in archivio in anticipo rispetto al recente passato: «Siamo stati penalizzati dal calendario» prosegue Minella, «lo scorso anno abbiamo approfittato di una Pasqua bassa e soprattutto delle nevicate di fine febbraio ed inizio marzo che permisero di chiudere la stagione in bellezza. Quest’anno rischia di non bastare la buona volontà degli impiantisti che stanno facendo i salti mortali per avere piste di qualità. Navighiamo a vista cercando di assicurare neve di buon livello e soprattutto i massimi standard in tema di sicurezza. Qualora questi ultimi dovessero venire meno saremo costretti a chiudere i battenti e iniziare a pensare all’estate».
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