Inquinamento a Belluno e Feltre, migliora il Pm10
BELLUNO. Concentrazioni di Pm10 sotto le quote di legge: un sogno “green” per il futuro della provincia. Rodolfo Bassan, direttore provinciale dell’Arpav di Belluno, è ottimista. «Il trend di questi anni vede un miglioramento delle concentrazioni medie» spiega, «i valori sono diminuiti del 30% in dieci anni. È un miglioramento strutturale, non è legato alle condizioni atmosferiche più o meno favorevoli».
Un risultato raggiunto grazie alla tecnologia. Dalle auto che emettono meno inquinanti alla rottamazione delle stufe, senza dimenticare la coibentazione degli edifici e le normative che impongono alle aziende di abbattere le emissioni. E considerando anche le ordinanze dei sindaci. La situazione, però, resta critica.
Nel 2016 l’area feltrina ha registrato già 39 superamenti del limite di legge (fissato a 50 microgrammi al metro cubo come media giornaliera). Questo limite non andrebbe superato più di 35 volte l’anno e Feltre in questo è già fuorilegge.
La concentrazione media è di 24 microgrammi per metro cubo, un dato sotto il limite annuale per la protezione della salute umana che è di 40 microgrammi. Anche a Belluno e in Alpago le centraline Arpav hanno registrato un superamento delle quote giornaliere consentite per legge (rispettivamente 9 e 6 superamenti) ma senza sforare il limite annuale. Le medie si sono fermate a 17 e 12 microgrammi per metro cubo.
Numeri che la pianura si sogna ma che, nel caso dell’area feltrina, preoccupano la popolazione: quest’anno il picco è stato toccato a gennaio, il 31, con una concentrazione di 97 microgrammi. Sopra quota 90 anche i giorni immediatamente precedenti e successivi.
È andata anche peggio dal 21 gennaio al 3 febbraio: 14 giorni consecutivi sopra il limite di legge. Ma guardando i dati con uno sguardo di lungo periodo il futuro non è poi così nero: «I dati sono molto migliorati rispetto ad alcuni anni fa» spiega Bassan, «quando gli sforamenti raggiungevano anche quota 100. Anche la concentrazione media è diminuita di circa il 30%. La situazione, seppur lentamente, sta migliorando e con il tempo possiamo puntare all’obiettivo di restare sotto la quota imposta dalla legge per gli sforamenti».
Quando si parla di Pm10 in Valbelluna il principale indiziato è il riscaldamento domestico. Ma per capire che ruolo gioca il traffico saranno utili i dati raccolti dalla centralina della Cerva. La stazione di monitoraggio è attiva da febbraio e il prossimo anno si potrà capire l’incidenza del traffico sul dato finale.
Dal problema Pm10 è esclusa la parte alta della provincia. Ma il benzoapirene, cancerogeno, interessa tutti. È lui il “sorvegliato speciale” dell’Arpav, che ne ha rilevato la presenza anche in alcune valli in quota. È un inquinante cancerogeno per il quale la legge indica un “valore obiettivo” (meno vincolante di un limite di legge) di 1 nanogrammo per metro cubo: Belluno e Feltre lo superano (rispettivamente con valori di 1.3 e 2.2 nanogrammi per metro cubo). Ma l’inquinante, complice il consumo di legna, ha fatto capolino anche in alcune valli alpine.
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