Insidia neve su sentieri e sulle ferrate in quota «Non forzare la mano»

Il delegato bellunese Barattin rilancia l’appello alla cautela «Valutare i rischi e avere il coraggio di tornare indietro»



È una stagione anomala, che in questo inizio d’estate arrivato dopo una primavera fredda presenta l’insidia neve sui sentieri, per cui non bisogna sottovalutare il pericolo, e sulle ferrate, perché alcuni itinerari non sono ancora praticabili a causa della presenza di neve in quota. Con l’aumento delle situazioni di emergenza in montagna, serve cautela.

A firmare l’appello è il delegato del Soccorso alpino della zona Dolomiti Bellunesi Alex Barattin: «Il problema della neve è importante, visto che è ancora presente in molti sentieri, diciamo dai 1600-1800 metri in su, nei canali esposti a nord», osserva. «Chi intende fare gite in montagna, deve valutare bene che in quota può trovare neve, anche per un breve tratto, ma che è comunque sufficiente a creare una situazione pericolosa se non si è adeguatamente attrezzati e preparati. Serve avere piccozza e ramponi. Il problema è che per passare anche solo dieci metri, o si sa fare, oppure è meglio tornare indietro, perché il rischio è quello di una scivolata che può essere fatale», spiega. «È inutile forzare la mano, il consiglio è di tornare sui propri passi».

Anche le ferrate in questo periodo non sono tutte aperte e le situazioni possono cambiare da un giorno all’altro, perché la neve può cadere e se un itinerario è percorribile oggi, domani le condizioni di fruibilità potrebbero cambiare. Da qui l’invito agli escursionisti a controllare quelli che sono agibili e prestare particolare attenzione. e in certe circostanze «bisogna avere il coraggio di tornare indietro», rimarca Alex Barattin del Soccorso alpino di Belluno. «Quando si va in ambiente montano, bisogna avere un po’ di dimestichezza e capire quando è meglio tornare indietro, specialmente se si hanno bambini al seguito».

Gli esperti lo ripetono da settimane, ma un altro aspetto da rimarcare una volta di più è quello degli alberi schiantati, «per cui ritrovare la traccia del sentiero se questo è interrotto, non è così facile. Non bisogna inventarsi di fare gli esploratori», è il messaggio.

Anche il Cai ha pubblicato su internet attraverso il proprio sito le regole base per una maggiore informazione e sicurezza, fornendo alcuni elementi da tenere nella dovuta considerazione per quanti affrontano la montagna o praticano attività come volo libero, canyoning, torrentismo, mountain bike, caccia, pesca, ricerca funghi, lumache o erbe. Altre variabili, oltre alla neve, sono la nebbia, ma anche il vento, il freddo. —



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