Insoluti Imu e Ici per 110 mila euro
BELLUNO. La maggior parte dei bellunesi paga l’Imu e pagava l’Ici. Ma ci sono 110 mila euro di insoluti, che il Comune cercherà di recuperare affidandosi ad Equitalia. Si tratta di omessi o parziali versamenti dell’imposta comunale sugli immobili relativi al periodo di imposta 2010/2011 e dell’Imu relativa al 2012. A seguito della rendicontazione finale sulle liste di carico degli avvisi di accertamento d’ufficio e in rettifica emessi nel 2015, sono state individuate complessivamente centotrentuno posizioni insolute e definitive a carico di contribuenti vari, che saranno iscritte nei ruoli di riscossione coattiva.
In particolare si tratta di 66 accertamenti per l’Ici del 2010, pari a 29.770,75 euro, 58 accertamenti Ici 2011, pari a 46.161,38 euro e a 7 accertamenti Ici 2012 pari a 34.823,21 euro. Il totale fa 110.592,71 euro, cifra che comprende il recupero delle imposte non versate, o pagate solo in parte, le sanzioni, gli interessi e le spese di notifica postale.
La somma, pur elevata, rappresenta una minima parte del gettito dato da queste imposte al Comune: «Parliamo di introiti che superano gli 8 milioni di euro all’anno», precisa l’assessore al bilancio Lucia Olivotto. «Centodieci mila euro di accertamenti sono una cifra direi fisiologica. La percentuale di incasso nel nostro comune è molto alta, superiore al 99 per cento. I contribuenti bellunesi sono quasi tutti in regola con il pagamento delle tasse».
Chi non lo è si vedrà recapitare a casa una lettera da Equitalia. Se arriva solo adesso, per imposte riferite a quattro e cinque anni fa, è perché «è necessario del tempo per fare tutti i controlli, verificare la corrispondenza fra il dovuto e il versato», conclude il vicesindaco Olivotto.
«Inoltre negli ultimi anni c’è stata un’evoluzione normativa continua, che ha richiesto maggior tempo ed attenzione nell’esaminare le varie posizioni. Il Comune comunque ha cinque anni di tempo per emettere gli accertamenti degli anni pregressi, dunque siamo in tempo». (a.f.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi