Insulti razzisti, l'Union va all'attacco

"Contestazione di gioco e non razzista": secondo i feltrini il ragazzo ha fatto un'entrata pericolosa
FELTRE . Quel calciatore quattordicenne del Giorgione non è stato insultato per il colore della sua pelle, ma si è reso protagonista di un episodio di gioco pericoloso che ha scatenato una contestazione. E nell’agitazione e nel parapiglia che ha portato poi ad un pesante provvedimento arbitrale nei suoi confronti – il giudice sportivo lo squalificherà poi fino al 31 dicembre – la sua stessa squadra non gli è stata abbastanza vicina.


È la dura controaccusa che l’Union Feltre, con una lunga nota diffusa nella tarda serata di ieri, ha rilanciato alla dirigenza del Giorgione di Castelfranco dopo le accuse di insulti razzisti al giovanissimo calciatore di colore. Spiegando che il ragazzo «ha vissuto, e vive forse tutt’ora, una situazione emotiva assai delicata, che di tutto avrebbe bisogno meno che d’essere tirata nuovamente in ballo».


Innanzitutto, contesta l’Union Feltre, il Giorgione ha cambiato versione sull’accaduto, mentre l’Union – rivendica la stessa dirigenza – sulla propria pagina Facebook aveva fatto la cronaca della partita tenendo un profilo basso sull’episodio di gioco che aveva visto protagonista il ragazzo. Ovvero «un takle estremamente pericoloso sul nostro portiere, appena uscito in presa bassa, dunque non in grado di parare il colpo», spiega la nota dell’Union. «Come sempre accade in situazioni consimili, i ragazzi dell’Union Feltre accorrono a difesa del proprio estremo, allontanando l’avversario, forse accusandolo, certo non insultandolo per la sua origine o il colore della sua pelle».


L’Union spiega così di aver glissato nell’interesse del ragazzo sul parapiglia seguito all’episodio, mentre il Giorgione, sul proprio sito, era andato all’arrembaggio, scrivendo di «avversari rissosi» e di «un continuo insulto razzista».


Ieri invece, contesta l’Union, il Giorgione ha cambiato versione: dalle dichiarazioni del presidente Orfeo Antonello «è sparito qualunque riferimento al comportamento/atteggiamento in campo della nostra squadra» e l’accusa di insulti razzisti è stata rivolta al pubblico del Boscherai.


Alla fine, dunque, cosa è successo domenica in campo? L’Union spiega che dopo il takle e l’intervento dei difensori feltrini, il ragazzino «prende al collo un nostro difensore, che ancora ne porta segni evidenti. L’arbitro accorre ed ammonisce il giocatore del Giorgione. Ma questi ha dentro un furore per cui il capannello si prolunga: arrivano i suoi compagni, che si alternano nei tentativi, alcuni assai vigorosi, di allontanarlo da lì, di farlo ragionare. Si arrendono, prima l’uno e poi l’altro».


Secondo l’Union il giovane calciatore «sta vivendo un momento di trance agonistica totale, passano almeno tre minuti, allenatore e dirigente del giorgione calcio non ritengono opportuno richiamarlo in panchina ed avvicendarlo con un compagno. Che tipo di grida provengono, dalla tribuna e dal parterre? Certo non amichevoli, altrettanto certamente non razziste».


«Qualcuno invita l’allenatore ospite a sostituire il ragazzo, evidentemente fuori di sé», scrive ancora la dirigenza dell’Union Feltre nella nota. «L’arbitro può infine far riprendere il gioco, e di lì a poco decretare la fine del primo tempo. Nessuno dello staff del Giorgione si premura di affiancarlo nel breve tragitto verso gli spogliatoi, di scortarlo, per impedirgli il contatto diretto con arbitro ed avversari. I ragazzi del Giorgione non sono ancora entrati nel loro spogliatoio quando l’arbitro passa loro di fronte per recarsi nel suo. Il ragazzo protesta vibratamente, l’arbitro estrae il cartellino rosso, ed il ragazzo perde definitivamente le staffe, scagliandosi contro il direttore di gara. Lo trattiene a stento un componente dello staff dell’Union Feltre, senza riuscire ad evitare che il ragazzo danneggi con un calcione la porta dello stanzino dell’arbitro»
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