Interrotte dopo undici giorni le ricerche di Riccardo Tacconi
Interrotte le ricerche del podista milanese Riccardo Tacconi, scomparso venerdì 4 gennaio dopo essere uscito a correre sui sentieri del Nevegal. Nella riunione di ieri in prefettura con tutte le forze impegnate negli ultimi undici giorni è stato deciso di fermarsi per valutare le informazioni e il materiali raccolti in questo periodo e in attesa di eventuali segnalazioni che possano ridare impulso alle operazioni. Il Soccorso alpino e tutti gli altri restano a disposizione per riprendere immediatamente a cercare il cinquatottenne.
«Abbiamo deciso di sospendere le ricerche perché elementi oggettivi per proseguire non ce ne sono», dice il viceprefetto Celsi. Si rimane comunque in attesa di eventuali ulteriori riscontri che possono venire dalle telecamere, dalle fototrappole, dalle analisi sul reperto che è stato trovato dai carabinieri vicino alla pista della Grava (le tracce di sangue). «Le due segnalazioni pervenute sono state sviluppate a fondo, ma non hanno dato riscontri. Parliamo di sospensione, nel senso che se dovessero emergere nuovi elementi, siamo pronti a svilupparli».
Oltre ad aver perlustrato la zona palmo a palmo, è stata esplorata anche l’ipotesi di un allontanamento volontario del cinquantottenne milanese, ma non ha trovato nessun riscontro.
Una considerazione la fa il sindaco Jacopo Massaro: «Rispetto ad altre ricerche, è stato fatto uno sforzo inimmaginabile, con l’impiego di tutte le tecnologie e le modalità possibili, dai cani ai droni, agli elicotteri, oltre alle centinaia di persone impegnate. Tutto quello che si poteva fare è stato fatto. La speranza era che Riccardo Tacconi potesse aver trovato riparo in qualche abitazione, ma non ci sono stati riscontri nemmeno qui e a questo punto c’è anche il problema che le condizioni dei boschi abbattuti dal maltempo sono rischiose per gli stessi ricercatori».
«È opportuno che certe operazioni vengano effettuate in primavera, quando saremo in grado di intervenire per la rimozione dei tronchi. È sicuramente molto spiacevole per noi, per la famiglia attorno alla quale ci stringiamo», spiega il sindaco, che ci tiene a fare un plauso «per la grande mobilitazione che c’è stata, con lo sforzo enorme di un’intera comunità, sia da parte dei professionisti che dei volontari. Dispiace che questo dispiegamento stavolta non abbia sortito effetto».
Una volta passato l’inverno, si rivedrà la situazione sul Nevegal alla luce del cambiamento causato dall’ondata di maltempo, sotto il profilo delle nuove condizioni di pericolo che prima non c’erano. Ci sono boschi inavvicinabili attualmente, con i tronchi accatastati l’uno sull’altro, «Siamo in una situazione di grande delicatezza e di pericolo», evidenzia Jacopo Massaro. «In primavera bisognerà fare il punto su tutto questo». —
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