Intossicati dal monossido, famiglia di Sedico in ospedale
SEDICO
Ha perso i sensi in casa e arrivata in ospedale hanno scoperto che la causa era una intossicazione da monossido di carbonio. Così insieme ad Alina in ospedale sono passati anche la suocera, il marito Constantin Paraschiw e i loro due figli piccoli ai quali sarebbero stati effettuati gli esami del sangue per capire il livello di concentrazione di monossido che avevano. Ieri sera erano ancora all’ospedale San Martino.
L’allarme ieri mattina è scattato intorno alle 10 nell’abitazione di via Meli a Sedico, dove la famiglia vive in affitto. Colpa della stufa e della canna fumaria non pulita, diranno i vigili del fuoco che sono arrivati dal comando provinciale di Belluno e che ancora alle 11 hanno trovato una alta concentrazione di monossido nella casa colonica a più piani.
Alina Paraschiw non è in gravi condizioni ma sarebbe stata comunque dirottata a Mestre, in camera iperbarica per poi tornare all’ospedale di Belluno dove ha trovato anche il resto della famiglia. Comunque tutta la famiglia di origini rumene, che abita e lavora da tempo in provincia, ha corso forti rischi: il monossido probabilmente si era sprigionato già dalla notte tra mercoledì e giovedì e si era accumulato nelle stanze.
Ieri, in casa, come ogni mattina, tutti hanno iniziato a svolgere le proprie attività: i bambini a scuola, il marito al lavoro. A casa sono rimaste Alina, che si sentiva poco bene, e la suocera. L’unica probabilmente ad avvertire fisicamente il malessere, è stata la giovane donna «che ha perso i sensi», come racconta il marito Constantin.
I vigili del fuoco sono stati chiamati dal Suem perchè la donna, arrivata in ospedale, accusava i sintomi di una intossicazione da monossido di carbonio. La squadra del comando di Belluno ha effettuato i rilievi con la strumentazione e ha trovato nei locali dell’abitazione una concentrazione molto alta di gas, dovuta all’accumulo della notte. Hanno aerato tutti i locali, spento la stufa a legna che poi è stata dichiarata “inagibile” insieme alla canna fumaria, fino a quando non saranno eseguite le sistemazioni del caso in ordine al suo buon funzionamento.
«Ero al lavoro» racconta sempre Constantin «quando mi hanno chiamato per dirmi quel che è accaduto. Alina è svenuta a casa: fortunatamente non è grave e ha accusato una leggera intossicazione. Ora anche noi dobbiamo fare dei controlli, io, i due bambini e la mamma per verificare che stiamo tutti bene».
Constantin lavora per una impresa di pulizie proprio in ospedale e ieri, intorno alle 12.30 è tornato a casa per parlare con i vigili del fuoco e con i vigili urbani, ma anche con il proprietario dell’abitazione in cui è in affitto, Monego. Le squadre hanno avuto contatti diretti anche con il sindaco Stefano Deon che ha seguito l’evolversi della situazione.
La proprietà dell’edificio, la famiglia Monego, ha assicurato la sistemazione di canna, stufa e impianto di riscaldamento, benchè la manutenzione spetti per legge agli inquilini. In modo che nella casa, la famiglia potesse tornare già da ieri sera, essendoci soprattutto dei bambini piccoli.
«Per fortuna non è accaduto il peggio» conclude Constantin «e che anche i bambini stanno bene». —
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