Invasi dalle Zecche: allarme Tbe

Il primario delle Malattie infettive Francavilla: «Cinque casi in un mese e con questo caldo è prevista un’escalation di questa malattia»

BELLUNO

Sono già cinque dall’inizio di giugno i casi di Tbe registrati in provincia. E visti le temperature elevate di queste ultime settimane e il clima umido, dal primario dell’unità operativa di Malattie Infettive del San Martino, Ermenegildo Francavilla, arriva l’allarme: «Attenzione, queste sono le condizioni climatiche ideali per il proliferare delle zecche. Per questo motivo siamo pronti ad affrontare un numero elevato di malattie causate dal morso di questo acaro».

Intanto, la corsa al vaccino contro la meningoencefalite da morso di zecca è partita all’indomani della decisione della Regione di rendere gratuita la profilassi vaccinale per tutti i residenti nel Bellunese. Tanto che l’Usl ha dovuto attivare un numero telefonico ad hoc (0437 514333) per registrare le pre-prenotazioni alla vaccinazione. Il numero sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13 e martedì anche il pomeriggio dalle 14 alle 16. Questo servizio servirà per capire quante sono le persone che intendono immunizzarsi contro la Tbe, così da permettere all’azienda sanitaria di reperire sul mercato le dosi per soddisfare tutte le esigenze. Attualmente, infatti, c’è soltanto una ditta farmaceutica che produce questo siero.

I primi due casi di meningoencefalite da morso di zecca si riscontrati un paio di settimane fa. Si tratta di una donna dell’Alpago e un 69enne di Auronzo. Nei giorni successivi un’anziana era stata ricoverata all’ospedale di Feltre con una meningite causata dalla zecca, mentre una giovane di 25 anni è stata presa in carico dall’ospedale di Belluno, nel reparto di Malattie infettive. L’ultimo caso, infine, è stato registrato qualche giorno fa. «Si tratta di un uomo di una quarantina d’anni residente a Domegge», precisa il direttore Francavilla, che a breve dirigerà anche il centro di riferimento regionale per questa malattia.

«Siamo appena all’inizio della stagione estiva, e già i numeri dei pazienti affetti da meningoencefalite da morso dell’acaro stanno crescendo», anticipa il primario. «Visto come stanno andando le cose, è logico attendersi che sarà una lunga estate, con tanti casi collegati a questa patologia. Patologia che ad oggi non ha avuto esiti invalidanti o nefasti per i pazienti che abbiamo preso in carico in questo mese. Ma si tratta di una malattia pericolosa e molto grave».

«I casi sono distribuiti su tutta la provincia», precisa Francavilla, «e ciò dimostra due cose: in primo luogo che le zecche sono diffuse ormai ovunque, ma anche che quelle malate che trasmettono la Tbe non sono più concentrate in luoghi noti come nel passato. Il pericolo è ormai dappertutto».

Un tempo, infatti, c’erano delle aree specifiche, tracciate proprio dal Dipartimento di Prevenzione dell’Usl, dove era evidenziata la presenza di zecche portatrici di Tbe. «Questo lavoro viene fatto ancora periodicamente, ma le aree di azione di questi acari si spostano di continuo, di anno in anno. Per cui diventa difficile dire dove sono localizzate quelle che possono trasmettere la meningoencefalite. Ecco perché è necessario prestare attenzione», consiglia il direttore Ermenegildo Francavilla. «È utile controllarsi sempre il corpo dopo una passeggiata in montagna». —
 

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