Invasione di cinghiali: al via gli abbattimenti

LENTIAI. «La montagna di Lentiai era famosa per la fioritura dei narcisi. Purtroppo, gran parte dei prati sono stati divelti e i bulbi dei fiori distrutti. Fra alcuni anni non rimarrà che un lontano ricordo di tanta bellezza». A sottolinearlo, in tono sconsolato e rammaricato, è un cittadino della sinistra Piave, Orfeo Dal Piva.
Autori del disastro sono i cinghiali, che non si stanno muovendo solo tra campi coltivati e prati della Valbelluna, ma si fanno vedere anche lungo le strade. Lo stesso Dal Piva ha fotografato un esemplare del mammifero che, lunedì, nel tardo pomeriggio, si aggirava nella zona di Cesana, vicino alle abitazioni e mentre attraversava la Provinciale.
«Purtroppo siamo a conoscenza di questa preoccupante situazione», precisa Franco De Bon, consigliere provinciale con delega a caccia e pesca. «Il piano di controllo del cinghiale sarà approvato dalla Provincia spero già la prossima settimana. Abbiamo preso in mano questo tema e dobbiamo coordinare il nostro piano con i provvedimenti assunti di recente dalla Regione. L’obiettivo è superare alcuni limiti e cercare di agire in modo più incisivo. Ho già parlato con il presidente Padrin e contiamo di muoverci in brevissimo tempo».
«C’è un’esigenza di tutela del territorio», prosegue, «e le criticità non stanno solo nei danni ai terreni agricoli e alle colture. C’è anche il pericolo concreto che questi animali causino incidenti stradali (ed è già successo, a giugno 2017, lungo la strada da Bribano e Trichiana, ndr). Opereremo in sinergia con il mondo venatorio e l’autorità sanitaria».
Degli abbattimenti dei cinghiali possono occuparsi solo i cacciatori autorizzati, che devono superare un esame di abilitazione per entrare nel programma di controllo. Attualmente la caccia è chiusa, in attesa del decreto della Provincia. «Ormai l'animale è così diffuso che facilmente si avvicina ai centri abitati. La femmina può essere pericolosa con la presenza dei piccoli», dice ancora Dal Piva. «La distruzione del prato da parte del cinghiale porta al conseguente abbandono del terreno per l'impossibilità di sfalciare. Purtroppo la presenza di questo animale sta diventando una “normalità” e la montagna corre il rischio di diventare un’"aratura” generale, in cui le specie botaniche presenti non riescono a sopravvivere. E ormai per chi vuole preservare i suoi terreni dall'attacco dei cinghiale non resta che recintare con l'elettrico».(m.r.)
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