Invensys, lavoratori in corteo a Venezia
BELLUNO. Un corteo “pacifico” di protesta dei lavoratori dell’Invensys a Venezia. Partirà domani mattina in treno per giungere davanti ai palazzi del “potere” veneto, laddove il 31 luglio scorso si erano rivolti nell’ultimo tentativo di salvare lo stabilimento bellunese.
Poi le cose sono andate diversamente. E così domani, dopo oltre un mese da quell’accordo che ha messo 164 lavoratori in mobilità, gli stessi dipendenti tornano in laguna perché «vogliamo che la Regione e la politica non si dimentichino di noi. Non vogliamo finire nel dimenticatoio, perché c’è ancora molto da fare per noi», precisa Valentino De Bona, Rsu Cgi.
«Ci piacerebbe che sull’Invensys e sul destino dei suoi lavoratori si potesse giungere a un documento come quello firmato nei giorni scorsi per l’Ideal Standard, un documento che vada nella direzione del rilancio, della formazione e dell’aggiornamento dei dipendenti che fra un anno rimarranno senza impiego».
Quella di domani sarà la prima di una serie di iniziative che il sindacato e gli stessi lavoratori hanno voluto. «Stiamo mettendo in cantiere alcuni eventi da organizzare nel presidio che è ancora presente fuori dallo stabilimento. Un’idea è quella di appendere le nostre tute blu con tanto di matricola per far vedere che lì ci sono delle persone che hanno ancora molto da dare», precisa De Bona.
Intanto all’Invensys ieri sono arrivati i tecnici dello stabilimento della Repubblica Ceca per esaminare i macchinari che si porteranno via, «quelli che noi pensavamo potessero rimanere qui in provincia», dice sconsolato l’Rsu. Da ottobre, intanto, dovrebbe riprendere a pieno ritmo il lavoro, ma «solo se i vertici decideranno di tenere la lavorazione qui, invece che inviarla in Cina». Ancora molta l’incertezza sul futuro dei dipendenti.
Paola Dall’Anese
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