Investì e uccise un uomo senza fermarsi: risarcisce e patteggia



Omicidio stradale: rischiava almeno cinque anni e ha patteggiato un anno e otto mesi. Pena sospesa. Difeso di fiducia dall’avvocato Massimiliano Paniz, il santagiustinese Denis Canzian ha potuto fare valere due attenuanti: il completo risarcimento del danno e il fatto che la sera del 31 luglio di due anni fa Mansueto Venz passeggiava con la sua cagnolina Stella nello stesso senso di marcia della Golf dell’imputato e, quindi, dalla parte sbagliata.

Canzian si era visto sospendere la patente per due anni e tra poco tempo la riavrà indietro.

Paniz aveva concordato la pena finale con il pubblico ministero Gallego e nell’udienza di ieri mattina il giudice Marson l’ha applicata. La famiglia di Venz si era affidata allo Studio 3A. Il 56enne cesiolino, con un passato da affermato gelatiere in Austria e Germania, stava camminando sul ciglio della Provinciale 12, in quel tratto via San Leonardo (frazione di Can), quando era stato falciato dall’auto. Il conducente non si era fermato, proseguendo la sua marcia. Erano le 20.18: a dare l’allarme al 118 prima e al 112 poi, una vicina di casa della vittima, che aveva notato il corpo su un prato a poca distanza dalla strada. Malgrado tutte le manovre rianimatorie e il veloce trasporto in ambulanza all’ospedale Santa Maria del Prato di Feltre, i sanitari non avevano potuto salvare il pedone, deceduto alle 21.20 per i gravi politraumi sofferti.

Dopo essere rincasato, Canzian era ripassato una prima volta sul luogo dell’incidente con l’auto della fidanzata e poi, vedendo un capannello di gente, aveva parcheggiato davanti alla scuola elementare di Cesio e si era fatto riaccompagnare dalla madre sul posto, alle 20.50, ammettendo le sue responsabilità davanti ai carabinieri di Santa Giustina, intervenuti per i rilievi. L’automobilista aveva detto ai militari di aver sentito un «forte tonfo», aggiungendo di aver pensato a un urto contro un cartello stradale. Solo una volta a casa, avendo notato del sangue sulla carrozzeria, gli sarebbe venuto il dubbio di aver investito un essere vivente, ma al massimo un animale selvatico.

Le perizie hanno individuato la causa dell’incidente «nel mancato-ritardato avvistamento del pedone da parte dell’automobilista, con ogni probabilità legato a distrazione dato l’andamento rettilineo della strada a visuale libera e con buone condizioni di luminosità». Ieri il patteggiamento. —



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