Investì studentessa: il primario patteggia

Sei mesi (sospesi) per Giovanni Cipolotti accusato di omicidio colposo. Chiuso l’aspetto civilistico: già risarcita la famiglia
Di Cristina Contento
Da Col Federica, studentessa di 15 anni investita stamattina a Calalzo di Cadore mentre attendeva la corriera per andare a scuola è deceduta sul colpo. Il luogo dov'è avvenuto l'incidente.
Da Col Federica, studentessa di 15 anni investita stamattina a Calalzo di Cadore mentre attendeva la corriera per andare a scuola è deceduta sul colpo. Il luogo dov'è avvenuto l'incidente.

CALALZO DI CADORE. Un patteggiamento di sei mesi (sostituiti con una multa di 45mila euro) ha chiuso il caso dell’incidente mortale in cui ha perso la vita la 15enne Federica Da Col, nel novembre 2011. Questo il verdetto concordato con l’accusa (ancora in sede di udienza preliminare), per il primario del Suem Giovanni Cipolotti, che in relazione a quell’incidente mortale era stato imputato del reato di omicidio colposo.

L’udienza s’è tenuta a inizio mese davanti al Gup Giorgio Cozzarini: la pena è stata sospesa per Cipolotti, che ha beneficiato della condizionale e anche delle attenuanti.

Non a caso, durante la stessa udienza gli è stata riconosciuta la rapidità nel soccorso della ragazza, nel tentativo di salvarle la vita e di ridurre al massimo le conseguenze dell’incidene, negli attimi successivi lo scontro tremendo, poco prima dell’arrivo dei colleghi dell’ambulanza.

Il pubblico ministero e il giudice hanno anche dato atto a Cipolotti (difeso dall’avvocato Sandro De Vecchi) di essersi attivato inoltre per il suo intervento sulle assicurazioni perchè fosse riconosciuto con sollecitazione il danno materiale subito dalla famiglia della ragazzina.

Il patteggiamento davanti al Gup ha comminato anche tre mesi di sospensione della patente di guida per il primario: avendo “scontato” già due mesi di sospensione patente, Cipolotti resta un mese senza il permesso automobilistico.

Chiuso l’aspetto penale, ma già chiusa anche la questione civilistica, legata al risarcimento da parte delle assicurazioni: la famiglia di Federica è già stata risarcita, diversi mesi fa. Le assicurazioni hanno saldato la somma chiesta dalle parti offese.

Non ci sarà quindi bisogno di una causa civile.

Il tragico episodio avvenne a inizio novembre dell’anno scorso: a distanza di quasi un anno le vie giudiziarie hanno fatto il loro corso su un incidente che lascerà comunque il segno su tutte le persone coinvolte loro malgrado.

Unico indagato per la morte di Federica Da Col, era stato il primario Cipolotti: nell’ambito dell’inchiesta nelle mani del pubblico ministero Antonio Bianco, era stata subito scartata la possibilità di coinvolgimento di un secondo automobilista la cui vettura, stando alle primissime ricostruzioni, travolse a sua volta il corpo della ragazza, già a terra.

La posizione di questo secondo automobilista non ha neanche avuto bisogno dell’archiviazione e in questa esclusione furono determinanti le dichiarazioni dello stesso primario del Suem che si vide praticamente la ragazza morire fra le mani. Lui cercò di tenerla in vita con tentativi di rianimazione appena dopo il violentissimo investimento, ma per Federica non ci fu nulla da fare. Questo fece scartare un eventuale concorso di colpa nel decesso della 15enne, dovuto al passaggio sul corpo della seconda auto.

La ragazza fu investita mentre attraversava via Nazionale, a Calalzo, per raggiungere la fermata dell’autobus che stava per arrivare e che l’avrebbe portata a scuola insieme con altri studenti e compagni. Erano le 6.30 circa del 5 novembre 2011 quando s’è consumata la tragedia sotto una nebbiolina fittissima mista a pioggia, il buio e un’unica fioca luce, quella del bar della Benny, sotto gli occhi di tutti.

Federica vide probabilmente il bus in arrivo e attraversò per raggiungere la quindicina di ragazzi in attesa del viaggio verso le scuole di Belluno.

A quell'ora, Giovanni Cipolotti viaggiava verso Pieve sulla sua Skoda: all'«incrocio» tra via Mazzini e via Nazionale, la tragedia.

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