Invito del vescovo ai preti: «Date spazio ai laici»

A piccoli passi, ecco la "rivoluzione" di Mons. Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre. Per la sua prima Quaresima "Don Renato" ha invitato i sacerdoti, i parroci in particolare, a dar spazio ai laici nella riflessione che preparerà le comunità alla Pasqua
L'incontro del nuovo vescovo Marangoni con le autorità della Provincia
L'incontro del nuovo vescovo Marangoni con le autorità della Provincia

BELLUNO. A piccoli passi, ecco la "rivoluzione" di Mons. Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre. È la prima Quaresima che "Don Renato", come si fa chiamare, vive ai piedi delle Dolomiti. Dopo aver preso le misure dei suoi preti e dei laici che con loro collaborano, visitando quasi tutte le parrocchie, Marangoni ha invitato i sacerdoti, i parroci in particolare, a dar spazio ai laici nella riflessione che preparerà le comunità alla Pasqua.

La "novità" è che dopo il mercoledì delle ceneri, che introduce alla Quaresima, vi saranno in tutte le parrocchie tre giornate di spiritualità, per dare significato a questo periodo penitenziale, ritenuto della massima importanza per la rigenerazione dei cristiani a una vita di fede e di relazione tra loro ed il prossimo.

Don Renato ha chiesto ai parroci di dar spazio ai laici nell’organizzazione di questi nuovi momenti da vivere insieme nelle singole realtà: tre serate, se non addirittura tre giornate, di preghiera, di meditazione e anche di condivisione di un ristoro, il più sobrio possibile. Marangoni non lascia nulla all’improvvisazione. Le sue intuizioni le studia puntualmente, le programma in modo che risultino le più efficaci negli effetti che lui stesso si ripromette. Ed ecco che ha invitato gli stessi parroci ad indicare i possibili candidati laici a questa nuova missione.

Laici che lui stesso ha convocato in incontri zonali dove provvederà alla loro formazione finalizzata alla conduzione dei tre momenti di spiritualità. Lo stesso "Don Renato" ha specificato ai sacerdoti di non insistere esclusivamente sui laici a loro più vicini, quelli sulle cui spalle incombono le mansioni parrocchiali e le attività pastorali, ma di "promuovere" anche laici che per la loro sensibilità potrebbero prestarsi, siano organici o meno alla parrocchia, a questa nuova missione di riflessione sulla propria vita e su quella comunitaria. Laici credenti e, al limite, anche no. Con sorpresa i parroci si sono trovati davanti a questa nuova proposta. I più l’hanno apprezzata e si sono subito adoperati per recuperare i possibili collaboratori.

Altri preti si sono chiesti se l’idea del vescovo è quella di accantonarli o, comunque, di comprimere il loro ruolo da protagonisti nella evangelizzazione. Immediata la condivisione del progetto di Marangoni da parte di un laico come Aldo Bertelle, della comunità Villa San Francesco di Facen. «Da decenni noi organizziamo molteplici opportunità di approfondimento spirituale durante tutto l’anno e lo facciamo da laici. Ma il contributo che di volta in volta ci assicurano i preti è essenziale, per una condivisione comune. Se nel nostro piccolo abbiamo riscontrato l’efficacia di questa metodologia per maturare una nuova spiritualità, riteniamo che in un ambito molto più grande, come quello diocesano, l'efficacia possa essere ancora più provvidenziale».

Bertelle si dice sicuro che i bellunesi saranno capaci di rinunciare alle "incrostazioni" che fino ad oggi li hanno fermati. «Ne sono certo anch’io - conclude don Lorenzo Sperti, parroco a Farra -. La sveglia che ci dà Don Renato ci vedrà senz'altro reattivi».

Francesco Dal Mas

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