«Io, ex imprenditore che ha perso l’azienda e dorme in ospedale»

BELLUNOSopravvissuto alla crisi. Alessandro Fornaro sopravvive e il suo passato da titolare di un’azienda individuale sembra ormai remoto. Aveva una casa e adesso dorme all’ospedale. Pranzava al...

BELLUNO

Sopravvissuto alla crisi. Alessandro Fornaro sopravvive e il suo passato da titolare di un’azienda individuale sembra ormai remoto. Aveva una casa e adesso dorme all’ospedale. Pranzava al ristorante e non alla mensa dei poveri, come ora. Cinquant’anni appena compiuti, suona il campanello della redazione con la mano non occupata da una modesta borsa bianca, nella quale c’è tutto quello che gli è rimasto. A parte quello che indossa. Non chiede soldi, ma vorrebbe almeno un alloggio di emergenza dal quale provare a ripartire.

Il destinatario del suo appello? Potrebbe essere il sindaco Massaro o l’assessore al Sociale, Tomasi: «Sono una delle vittime della crisi economica, dal 2007 in poi», racconta Fornaro, «avevo un’azienda, che portava il mio nome e lavoravo per i grandi marchi italiani dell’elettronica, tra Belluno, Treviso e Mestre. Le commesse sono andate sempre più diminuendo, fino a costringermi a chiudere l’attività. Avevo una compagna, che alla fine mi ha portato via la casa e, da allora, sono solo al mondo. Non ho fratelli, i miei genitori sono morti e mi rimangono due cugini in Spagna, non so bene dove. Per fortuna, ho qualche amico».

In mezzo a una strada, Fornaro ha cercato di arrangiarsi, dovendo però fare i conti con gravi problemi personali: «Sono invalido civile all’80 per cento, perché tra le altre cose soffro di epilessia. Questo mi consente di percepire una pensione di 289 euro al mese, che non mi basta a prendere in affitto un appartamento. Ecco perché sto passando le notti sul pavimento dell’ospedale San Martino, dove almeno ho un tetto sopra la testa. Non sono in grado di fornire garanzie».

Ha cercato soluzioni anche lontano dal Veneto, ma senza trovare qualcosa di duraturo: «Per un certo periodo, sono stato a Cosenza, in Calabria e ho cercato aiuto e conforto nella chiesa Evangelica. Purtroppo nulla di definitivo. Quest’estate ho lavorato per due mesi alla Guarnier, ma anche in questo caso solo un lavoro provvisorio».

Il momento è già difficile e lo diventerà a maggior ragione, quando arriverà la brutta stagione: «Al di là degli assistenti sociali, chiedo aiuto all’amministrazione comunale, per poter ripartire da qualcosa di concreto. Non voglio soldi, perché quelli vorrei guadagnarmeli, ma un aiuto che mi permetta di rimettermi in sesto, senza continuare a fare cattivi pensieri». —



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