«Io miracolato, ero lì 5 minuti prima»

Il racconto di Silvano Saviane, di Puos d’Alpago, titolare di una gelateria a Monaco e scampato per un soffio alla sparatoria
epa05437039 Special police forces rush to the scene at a shopping centre where a shooting was taking place in Munich, Germany, 22 July 2016. Several people were reported dead by the police and several more injured after a shooting in the Olympia shopping centre in Munich. EPA/MATTHIAS BALK
epa05437039 Special police forces rush to the scene at a shopping centre where a shooting was taking place in Munich, Germany, 22 July 2016. Several people were reported dead by the police and several more injured after a shooting in the Olympia shopping centre in Munich. EPA/MATTHIAS BALK

MONACO DI BAVIERA. Pochi minuti, tanta fortuna. Mentre lui percorreva i circa due chilometri che separano l’Olympia Einkaufszentruml (il centro commerciale olimpico) di Hanauer Straße dalla sua gelateria in Schellingstraße, la Germania sprofondava nell’incubo. «Ero passato davanti al centro commerciale dove è successo tutto appena cinque minuti prima che quel pazzo cominciasse a sparare. Stavo andando a trovare alcuni amici che abitano in quella zona. Assurdo quello che è successo».

Le parole, ancora incredule, arrivano via telefono dalla zona Nord di Monaco di Baviera. Dall’altra parte della cornetta Silvano Saviane, originario di Cornei, Puos d’Alpago, ma da anni tedesco d’adozione: a Monaco di Baviera ha aperto una sua attività, Gelati In. «Quando sono tornato in gelateria si sentivano già le prime sirene. Pochi istanti dopo ho visto sfrecciare a tutta velocità una grossa auto blindata. Poi il caos. A poche centinaia di metri dalla gelateria c’è il comando della polizia, passavano tutti di qua: una sfilata interminabile di auto e ambulanze a sirene spiegate, i vigili del fuoco, tre elicotteri in volo, gente che correva in strada. Poi ho saputo. Mi è venuta la pelle d’oca: ero là, a piedi, proprio dove quel folle ha sparato alla gente per strada, solo pochi minuti prima. L’ho scampata per miracolo».

Ma in una Monaco di Baviera sopraffatta dalla paura, in quei concitati momenti sono stati altri i bellunesi che si sono trovati vicini alla follia. Tra loro anche il signor Ivan, di Limana, direttore della gelateria “Ti Amo”, fino a poco tempo fa gestita in prima persona dal titolare, lo zoldano Livio Martini (ora tornato ai piedi delle Dolomiti). Nessuno dei due ha voglia di parlare, lo choc è ancora troppo forte per quello che è successo a pochi metri dalla gelateria, all’interno del centro commerciale olimpico, tra i negozi dove il 18enne Ali Sonboly, nato e cresciuto in Baviera ma di origini iraniane, ha fatto fuoco e ucciso venerdì sera. «Abbiamo sentito gli spari, visto le persone che correvano e siamo scappati tutti», ricorda ancora scossa Samira, dipendente italo-marocchina della gelateria “Ti Amo”. «Quando la polizia ci ha fatto uscire ho visto corpi e sangue. Orribile».

Più lontani dall’incubo altri bellunesi che vivono a Monaco, come Marco Stefani, titolare dell’Eiscafè Florenz. «Da qui abbiamo visto solo gli elicotteri, nessun pericolo. Ma quanta follia».

Incredulo anche Egidio Sommavilla, di Revine Lago ma di chiare origini bellunesi, titolare dell’Osteria Italiana, poco più di un chilometro dal centro commerciale olimpico. «Qui era il caos, mai visto una cosa del genere in 35 anni che sono a Monaco. Gente che correva, sirene e polizia ovunque e su Internet la fobia che dilagava, con tante informazioni poi risultate infondate, per fortuna».

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