«Io sindaco? Magari col Pd al mio fianco»
BELLUNO. Primi movimenti verso le elezioni municipali a Belluno. Remo Sernagiotto chiama, Paolo Gamba risponde. E l’ex assessore comunale lo fa col botto. «Sono pronto a considerare una candidatura a sindaco di Belluno, se posso contare su una larga convergenza, che magari arrivi anche al Pd».
Come, abbiamo sentito bene?
«Sì, il Pd. Le numerose preferenze che ho raccolto l’ultima volta in cui sono sceso in campo non erano tutte del Centrodestra, tante arrivavano anche da sinistra».
Su Facebook, Gamba apre con una foto del 24 giugno insieme a Gino Sperandio, l’ex parlamentare comunista. Insieme al tavolo di un caffè di piazza Martiri, sorridentissimi. E i commenti si sprecano. Compromesso storico ed altro. «No, nessun compromesso storico, altrimenti Remo si arrabbia, ma se mi candido a Belluno, lo farò se la condivisione sarà massima. Magari», sorride l’assicuratore, «per strappare il 70 per cento dei consensi; non mi accontenterei di un risicato 51%, perché non avresti la forza di cambiare».
Ieri sera Gamba è salito a Cortina per mettere il naso (anzi, qualcosa di più) in quella convention in cui il suo nome è stato fatto come possibile candidato del Centrodestra in riva al Piave. Siamo tra i conservatori riformisti dell’europarlamentare Sernagiotto e di Leo Padrin, di Fitto e di tanti altri; ha portato loro il saluto Luca De Carlo, primo cittadino di Calalzo, intervenuto, però, anche per conto dell’amministrazione di Cortina, e come esponente bellunese dei Fratelli d’Italia. «Domani mattina (oggi per chi legge, ndr), sono interessatissimo ad ascoltare il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, per il coraggio che ha di dire la verità, al di là degli schieramenti politici».
Brugnaro, infatti, aprirà la seconda e ultima giornata dei lavori, con la partecipazione anche del sindaco di Verona, Flavio Tosi.
Brugnaro, dunque, come possibile modello di una candidatura di Gamba a Belluno?
«Brugnaro», spiega Gamba, «come interprete della sua città. Se mi candido, io lo farò a nome del popolo che me lo chiederà, non per conto di questa o di quella nicchia partitica. Ovviamente ben venga il sostegno delle forze politiche, ma chiederò che mi lascino libero di interpretare il ruolo come io intendo, cioè come sindaco dei miei concittadini, non come loro vorranno impormelo. E siccome fare il sindaco è il lavoro più bello che si possa immaginare, vorrò prendermi tutta la libertà del caso».
Siamo alle premesse di una possibile candidatura, Gamba, pertanto, non vuol entrare nel gioco di chi vorrebbe fargli buttar giù dalla torre questo o quell’altro uomo, anche possibili candidati. Si trattiene dai giudizi politici sul sindaco Massaro, anche se quel suo «è un bravo ragazzo», la dice lunga.
Mai una volta, seppur in una lunga conversazione, parla di destra e di sinistra. Non fa denunce, non si prolunga in lamentazioni sul ruolo di Belluno, anche se non si esime da una constatazione: «Ha mancato il ruolo di capitale delle Dolomiti».
Dice di aver imparato molto dagli anni di astensione dall’impegno politico diretto. «Ma dalla politica non mi sono affatto allontanato. Ho coltivato una professione. Devo rispondere, oggi, di una realtà importante sul piano societario e ho gravi responsabilità verso i numerosi collaboratori». Quindi? «Prima di ributtarmi nella mischia dovrò ponderare bene, trovare un’alternativa, perché è evidente che se mi candidassi e fossi eletto, il sindaco vorrei farlo a tempo pieno. Così merita la città».
Ma il Pd? Che c’azzeccano democratici con i conservatori riformisti che la vorrebbero candidare? Sono alternativi.
«Intanto sono riformisti. E, comunque, il mio è un desiderio. Nulla di più al momento».
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