#IoNonSpreco, Calalzo in campo per il riutilizzo del cibo avanzato

Lunedì una cena in cui verranno dati esempi pratici di un virtuosismo alimentare oggi indispensabile. L’iniziativa fa parte del progetto “Buoni oggi e anche domani” varato mesi fa dall’Um Centro Cadore

CALALZO. La gente di montagna, facendo di necessità virtù, è sempre stata maestra nel riutilizzare il cibo avanzato per creare nuove pietanze. Tradizioni che non dovrebbero andare perse, specie in un contesto il cui lo spreco alimentare, purtroppo (e lo dicono i numeri), fa da protagonista. E c’è chi vuole far rivivere la sapienza dei nostri avi e nonni, adattandola nello stesso tempo ai tempi attuali. È il caso dell’Unione montana Centro Cadore e del Comune di Calalzo, che hanno organizzato l’evento “#IoNonSpreco”: una vera e propria “cena del riutilizzo del cibo”, in cui verranno dati esempi pratici di virtuosità alimentare. L’appuntamento è fissato per lunedì dalle 19 in piazza IV Novembre, a Calalzo. L’iniziativa fa parte del progetto “Buoni oggi e anche domani!”, lanciato qualche mese fa, anticipando l’entrata in vigore della legge nazionale, proprio dall’Unione montana Centro Cadore, che all’inizio di luglio ha iniziato a distribuire ai ristoratori dei Comuni dell’Um le “family bag”, le borsette con cui i clienti possono portare a casa il cibo non consumato e dunque evitare sprechi.

«Sconti Tari e family bag così si combatte lo spreco»
Una donna anziana cerca del cibo tra gli scarti di un mercato, Roma, 20 febbraio 2014. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

«Ora scendiamo in piazza per sensibilizzare sul tema del riciclo e per mostrare a tutti cosa, in concreto, si può fare con il cibo “avanzato” o in scadenza», fa presente De Carlo, «il tutto grazie a Gioi D’Agostini, cuoca del ristorante “La Gioi” di Lasen (nota per le trasmissioni su Telebelluno, ndr) e ad Erica Scarton, cuoca per passione. Fondamentale la collaborazione dell’Enaip, che ha messo a disposizione i locali per precucinare i piatti».

Durante tutta la giornata di lunedì, infatti, le due cuoche, aiutate da diversi volontari, saranno impegnate nelle cucine professionali della scuola per la preparazione delle pietanze, che poi la sera saranno servite in piazza, dove non mancheranno dimostrazioni pratiche su come utilizzare cibi avanzati. La cena sarà servita a 200-250 persone. Verrà chiesto un piccolo contributo per sostenere i progetti futuri.

Non mancherà la musica dal vivo. Il menù della serata è ricco e richiama la tradizione, condita da un tocco di contemporaneità: come antipasto un tortino di pasta, seguito da un primo a base di canederli.

Per dessert una torta con ingredienti di recupero e, dulcis in fundo, la frutta, «quella che viene scartata dai supermercati perché non di bel aspetto», spiega De Carlo, «ma che conserva tutta la bontà e le proprietà nutritive: gli ortofrutticoli “Brutti ma buoni”, come li definiva un recente articolo di National Geographic».

Le posate saranno quelle di metallo lavabili del progetto “Officina creativa”, che vede protagonisti i ragazzi diversamente abili. Uno degli ingredienti principali dei piatti sarà il pane, in assoluto uno dei cibi più sprecati. Ma anche quello che, come ben sapevano in nostri nonni, si presta benissimo a essere riutilizzato in molti modi (si pensi ai canederli o alla panada). «Ringraziamo per la disponibilità a fornici la materia prima il Panificio Da Vià di Domegge, il Forno De Tony di Calalzo e l’A&O di Cesare Passuello», continua, «e grazie anche al Gruppo Natura e Sport e a tutti i volontari che, come sempre, saranno presenti. Abbiamo scelto un lunedì sera per dimostrare che si può portare sempre la gente in piazza, non solo sabato o domenica. «Vogliamo dare l’immagine di un territorio diverso che, pur non avendo grandi risorse economiche come altri, aguzza l’ingegno», aggiunge De Carlo, «il turismo “di plastica” che si vive nelle Regioni a noi vicine comincia a non bastare. La gente cerca qualcosa di meno costruito e noi, puntando alle bellezze naturali, possiamo offrire un turismo più sostenibile, compatibile con l’ambiente montano e con le buone pratiche».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi