Isbrec, c’è aria di cambiamento
BELLUNO. All’Isbrec si cambia. Con le elezioni del nuovo consiglio direttive avvenute ieri, i soci dell’Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea hanno voluto dare una svolta, lasciandosi alle spalle le polemiche sorte dopo la proposta del presidente uscente Neri di togliere il nome “Resistenza”, nella dicitura del sodalizio.
Il nuovo direttivo. Il consiglio direttivo uscente aveva proposto di mantenere una lista di 15 candidati, con la possibilità di votarne cinque, mentre l’assemblea ha deciso per una lista di 20, con la scelta di sette nomi per ciascun socio. Alla lista proposta dal vecchio direttivo, si sono aggiunti i cinque nomi proposti dall’Anpi: Fabio Zugliani, Luciano Perco (avvocato), Ermano De Col, Mirco Melanco (docente universitario a Padova) e Antonio Sirena. Tutti e cinque sono stati eletti nel nuovo consiglio direttivo insieme a Enrico Bacchetti, il cui ruolo importante potrebbe essere messo in discussione dalla spending review, essendo distaccato dalla scuola. E poi ancora Mirta Barbonetti, Oreste Cugnach, Piero Franchi, Adriana Lotto, Mario Neri, Luigi Panzan, Paola Salomon, Mario Svaluto e Ferruccio Vendramini. Prossimamente il direttivo si riunirà per eleggere il nuovo presidente.
La Fondazione. Intanto, naufraga il progetto di trasformazione in Fondazione. Troppi problemi tecnici e giuridici, come ha spiegato il presidente uscente Neri nella sua relazione finale. Peccato, perché questa sarebbe stata la scelta migliore per poter intercettare finanziamenti europei, visto che sono sempre meno quelli degli enti locali. Lo stesso Comune di Belluno, per esempio, fino al 2010 dava 25mila euro, ma da due anni non mette sul piatto un euro; sembra, però, che tra le pieghe del bilancio 2013 siano presenti 10mila euro. Comunque sia, toccherà al nuovo direttivo decidere che strada percorrere, visto che tra le proposte avanzate vi è anche quella di far riconoscere giuridicamente l’associazione dalla Regione Veneto.
Il presidente Neri ha annunciato una riorganizzazione degli spazi, con un ampliamento dell’istituto al piano terra del Monte di Pietà, dove, saranno ricavate delle stanze per la Fondazione Angelini e per il Circolo culturale bellunese.
Il futuro. I presenti hanno evidenziato come l’assemblea dei soci, che ultimamente si è ampliata ad altri 40 nuovi iscritti (per un totale di 150), si sia riunita ieri dopo quattro anni, mentre per statuto la riunione sarebbe previsto una volta all’anno. Neri ha precisato che tutto è stato rinviato per poter giungere alla costituzione della Fondazione, cosa che poi appunto non è avvenuta. La sua stessa carica triennale, per questo motivo, scaduta da un anno non era stata rinnovata.
La discussione si è aperta anche sul futuro dell’Isbrec. Diverse le posizioni: chi punta tutto sulla ricerca storica, chi invece vuole aprire ai giovani e chi vede la necessità di mantenere il termine “Resistenza”. Molti poi hanno evidenziato le necessità che l’Isbrec torni a fare convegni di livello nazionale, non ripiegandosi nel localismo. (p.d.a.)
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