Isee, il fondo statale è quasi esaurito. I Caf di Belluno: «A pagare sarà il cittadino»
Attualmente i centri fiscali ricevono 16 euro a pratica. «Con quei soldi sosteniamo le spese del personale»
BELLUNO. Il fondo Inps per l’Isee sta per esaurirsi e i Caf lanciano l’allarme: «Se non sarà rifinanziato, da giugno chi dovrà compilare il modello della situazione economica familiare sarà costretto a pagarselo».
Quest’anno il fondo per l’Isee stanziato dal governo tramite l’Inps era pari a 122 milioni di euro. Se al cittadino compilare l’indicatore della situazione economica equivalente non costa niente, è perché le spese sostenute dai Caf vengono ammortizzate da questo fondo. Si tratta di circa 16 euro a modello compilato, che vengono rimborsati dall’Inps ai centri dei sindacati deputati alla denuncia dei redditi.
Ma se gli anni scorsi questo fondo si esauriva soltanto a fine anno (e in alcuni casi non si esauriva proprio), oggi la situazione è completamente diversa.
«La grande quantità di richieste di Isee, dovuta principalmente alla novità dell’assegno unico universale», precisa Claudio Zaccarin che coordina i Caf della Cgil a livello regionale, «ha prosciugato il fondo già a metà anno. Questo significa che le prestazioni dei Caf non saranno più rimborsate».
Con i soldi del fondo i centri di assistenza fiscale dei sindacati pagavano il personale deputato a questo compito. «Come Caf Cgil, per far fronte alla grande mole di pratiche Isee, abbiamo dovuto assumere altri sei lavoratori», prosegue Zaccarin. «Senza questi rimborsi, ci restano due alternative: interrompere il servizio, ma questo non lo possiamo fare per rispetto ai cittadini che contano su di noi, o iniziare a fare pagare le prestazioni. A noi dispiace dover arrivare a tanto, ma questa possibilità è contemplata all’interno della convenzione che ogni anno firmiamo con l’Inps e in cui si dice espressamente che siamo autorizzati a far pagare la compilazione dell’Isee qualora i fondi non bastassero. Vorrei precisare che, se i Caf prendessero dei soldi a rimborso anche per le denunce dei redditi, i costi per le pratiche del 730 sarebbero inferiori».
Alcuni giorni fa la situazione è stata portata all’attenzione del governo, visto che si tratta di un fondo nazionale, per capire se il fondo possa essere arricchito. Ma ad oggi non è arrivata ancora alcuna risposta ai Caf.
«Quest’anno ci siamo trovati in una condizione anomala», sottolinea Tomaso Zampieri che dirige il Caf Acli, «abbiamo compilato una quantità enorme di Isee. D’altra parte, oltre all’assegno unico, questo indicatore di ricchezza del nucleo familiare è ormai utilizzato per qualsiasi cosa: l’Isee serve per poter avere delle riduzioni sullo scuolabus o sulla mensa scolastica, ma anche sulle tasse scolastiche e sul prezzo del gas. Insomma, ormai quasi tutti sono costretti a farselo. Se il fondo non dovesse essere rifinanziato, i prossimi modelli chi li pagherà? Non saremo mica costretti a lavorare gratis?»
Vista la situazione, il Caf Cgil sta già pensando al piano B. «Se non avremo nuove risorse, dovremo tariffare la prestazione almeno a chi non è iscritto al nostro sindacato. Stiamo pensando di chiedere una somma intorno ai 15 euro. La nostra speranza è di non dover ricorrere a questa soluzione in un momento così difficile per tutti, ma senza fondo saremo costretti a farlo».
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