Italcaccia: «Caccia e pesca a Venezia? Una porcata»

La rabbia del presidente provinciale Calvani. «Una scelta miope che non tiene conto delle conseguenze»

BELLUNO. Caccia e pesca tornano di competenza della Regione e Italcaccia Belluno non ci sta. «Il mondo venatorio bellunese», dichiara Guido Calvani, presidente provinciale di Italcaccia, «si ricorderà dei politici regionali alla prossima tornata elettorale. La scelta politica presa dal gruppo di maggioranza della Regione è al di fuori di ogni logica basata sul buon senso, correttezza e legittimità, una scelta presa con miopia e scarsa lungimiranza sulle conseguenze che genererà. In poche parole una “porcata” politica». Secondo Calvani il provvedimento regionale va contro alcune normative. «La legge Delrio sulla cancellazione delle Province», sottolinea, «seppur responsabile del “peccato originale” individua comunque le Province montane confinanti con gli stati esteri (Sondrio, Verbania e Belluno) meritorie di proprie specificità; inoltre un’altra legge, la 157/92, obbliga le Regioni a disciplinare la caccia nelle zone Alpine secondo le consuetudini e le tradizioni locali come sinora garantito dalla nostra Provincia; poi lo Statuto Regionale prevede per la Provincia di Belluno particolari forme di autonomia e, per finire, c’è la 25/2014, approvata dalla stessa Regione e mai applicata, che sancisce al suo art.13, la specificità del territorio bellunese demandandole tutte le deleghe e le funzioni amministrative. Pertanto», incalza Calvani, «era pacifico e soprattutto legittimo che le funzioni potessero rimanere in capo alla nostra Provincia».

Calvani ricorda anche che il 5 dicembre scorso, tutto il mondo ittico/venatorio bellunese, convocato a Villa Patt, ha sottoscritto ed inviato al governatore Luca Zaia e a tutti i consiglieri regionali, un documento che conteneva l’esplicita richiesta di lasciare le funzioni relative alla caccia e alla pesca a Belluno. «Dopo l’invio del documento», rivela ancora Calvani, «la nostra presidente Daniela Larese Filon, veniva rassicurata dal delegato regionale Luca Forcolin, che in attesa di ulteriori approfondimenti le funzioni sarebbero rimaste ancora alla nostra Provincia. Addirittura con comunicato stampa, la stessa Regione ne ribadiva il concetto. Solo dopo 6 giorni proprio lo stesso consigliere Forcolin proponeva un emendamento privo di qualsiasi motivazione, collegato alla finanziaria regionale 2017, immediatamente approvato dalla maggioranza, che avocava alla Regione le funzioni di caccia e pesca della Provincia di Belluno. Una vicenda assurda e incomprensibile», chiosa Calvani, «perché dai politici bellunesi a Venezia ci si attendeva una strenua difesa per il mantenimento, a casa nostra, delle funzioni sulla caccia e la pesca, invece si sono adeguati ad una oscura volontà politica regionale incapace di intravedere delle eventuali possibili turbative non solo del mondo venatorio ma anche di ordine pubblico». (a.s.)

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