Iuc, scatta l’allarme Gli imprenditori temono un salasso

BELLUNO. La nuova Iuc, l’imposta unica comunale che comprende Imu, Tasi e Tari, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio salasso. Andando a incidere su capannoni, negozi e immobili che non sempre...

BELLUNO. La nuova Iuc, l’imposta unica comunale che comprende Imu, Tasi e Tari, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio salasso. Andando a incidere su capannoni, negozi e immobili che non sempre sono produttori di reddito, tante aziende rischiano il collasso .

A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre (su stime eseguite su rendite catastali medie rilevate dall’Agenzia del territorio), che parla di aumenti possibili per i capannoni fino a 400 euro e per i negozi di 140 euro in media, specificando che il carico fiscale aggiuntivo sugli immobili a uso commerciale e produttivo per il 2014 potrebbe aggirarsi attorno al miliardo e 600 mila euro complessivi.

E artigiani e commercianti sono già preoccupati: «Qui siamo di fronte a una situazione di crisi pesante, una situazione che ha già bruciato ed eroso i piccoli ed esigui ricavi degli imprenditori, che nel migliore dei casi sono diminuiti, nel peggiore sono con un segno meno davanti. Per contro è aumentata la pressione fiscale e anche la farraginosità degli adempimenti burocratici», dicono Franco Debortoli, presidente di Confcommercio e Maurizio Ranon direttore dell’Appia.

«Per quanto riguarda l’Imu», specifica quest’ultimo, «sappiamo che l’aliquota comunale in media è al 7,6 per mille, ma qualche ente potrebbe portarla al 10,6. Per la Tasi, invece, l’aliquota minima di base è dell’1 per mille, anche se si dice che le aliquote di questa e dell’Imu insieme non possono superare il 10,6 per mille. Poi, però, si aggiunge che per il 2014 la Tasi non potrà superare il 2,5 per mille, ma che il Comune potrà aumentarla di uno 0,8 per mille, se ci saranno agevolazioni sull’abitazione principale. Per quanto riguarda la Tari», prosegue Ranon, «cioè la tassa sui rifiuti, le imprese dovranno pagarla anche su quanto smaltiscono a proprie spese. Quindi alla fine si pagherà di più e peggio, cioè con parecchie complicazioni. Benché molti dicano che le imprese vadano agevolate, i titolari di aziende si troveranno con più tasse e minori ricavi». «Così non si può andare avanti è necessario che i sindaci tengano in considerazione la situazione, perché altrimenti non ce la faremo più», conclude Debortoli. (p.d.a.)

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