Iva evasa per 550 mila euro assolti i vertici di Romor

Ponte nelle Alpi. Il mancato versamento si riferiva all’anno fiscale 2009 quando l’impresa si trovò in difficoltà anche a causa degli enti pubblici
Di Irene Aliprandi
Il tribunale di Belluno
Il tribunale di Belluno

PONTE NELLE ALPI. Assolti perché il fatto non sussiste. Si è concluso ieri con la sentenza del giudice Domenico Riposati il processo a carico di Sisto Romor (classe 1957) e Carolina Salvadori (del ’33), rispettivamente amministratore delegato e presidente della Romor srl, storica impresa di costruzioni di Ponte nelle Alpi.

Secondo l’accusa, nell’anno fiscale 2009 l’azienda omise il versamento dell’iva per un importo pari a 548.740 euro. L’omesso versamento fu scoperto dall’Agenzia delle entrate nel 2011 e, dopo 30 giorni dalla notifica, la Romor versò 150 mila euro seguiti da altri 100 mila in epoca successiva.

Nel frattempo però le cose andavano sempre peggio per l’azienda pontalpina, che da anni concentrava la propria attività nel settore pubblico e gli enti pagavano le opere realizzate con largo ritardo. A questo si aggiunse, come ha rilevato ieri il commercialista che seguiva l’impresa, che nel 2009 ci fu una crisi nella produzione del calcestruzzo, crisi di settore che non si è mai conclusa e infatti la Romor lo scorso anno è stata messa in liquidazione.

Secondo la difesa, il mancato versamento dell’iva era “inevitabile” per l’azienda che non riusciva ad incassare i propri crediti ed è ormai giurisprudenza consolidata il fatto che non possa essere considerato colpevole l’imprenditore che va “a compensazione” con i crediti vantati nei confronti dello Stato, privilegiando i pagamenti dovuti ai dipendenti.

In particolare, nel 2009 Romor vantava crediti nei confronti di varie pubbliche amministrazioni per un ammontare di 220 mila euro (come ha rilevato l’avvocato Roberto Pregaglia). A queste oggettive difficoltà dell’impresa, causate in parte anche da quello Stato che pretendeva il versamento puntuale delle tasse, si aggiunge la posizione del presidente Salvadori, moglie di uno dei fondatori e figura simbolica della famiglia, investita di quel ruolo come riconoscimento morale, ma senza mai aver davvero avuto il controllo sulla società. A chiedere l’assoluzione è stato anche il pubblico ministero di udienza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:ivaevasione

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi