Justi, 102 anni di ricordi tra regine e famose attrici

Iniziò a 20 anni come barista e nel 1942 sposò uno dei figli del proprietario. All’hotel Miramonti di Cortina soggiornava il jet set mondiale: «Il più simpatico? Sordi»

CORTINA

Quando passeggiava nel parco del Miramonti, negli anni ’50 e ’60, la regina dell’albergo era lei, anche se accanto aveva donne splendide, come Brigitte Bardot, Ingrid Bergman o una testa coronata come Liliana de Retihy, moglie di Alberto re del Belgio. Il tratto signorile e la capacità di accogliere gli ospiti, Justi Haller Manaigo, non li ha persi nemmeno oggi che si appresta a compiere i 102 anni. È nata infatti il 13 settembre 1917 a Santa Valpurga in Carinzia; a 20 anni è arrivata, convinta da un’amica, a lavorare al Miramonti di Cortina, come barista; e cinque anni dopo ne è diventata la proprietaria sposando Ico (Federico all’anagrafe, classe 1912), figlio ultimogenito dei fondatori del più famoso hotel cortinese, Filomena (1878-1929) e Romeo (1868-1945). Gli altri figli erano Giulietta (1900), Amelia (1903), Romeo (1908) e Tino, gemello di Ico.

Come andò?

«Una mia amica», racconta Justi, «aveva trovato un posto di lavoro al bar del Miramonti che, costruito nel 1902, si era già conquistato una bella fama, grazie alla clientela internazionale e del jet set dell’epoca, che ospitava. Io ero perplessa, ma alla fine ho accettato perché volevo lavorare e Cortina mi affascinava».

Chi frequentava allora il Miramonti?

«Ad esempio il Principe ereditario Guglielmo II di Prussia e Germania, ma anche il principe Umberto di Savoia e sua moglie Maria Josè del Belgio, con cui passeggiavamo nel giardino, con i loro bambini. Umberto, da piccolo, aveva festeggiato il compleanno proprio al Miramonti, come testimoniano alcune foto della famiglia».

E l’incontro con suo marito come avvenne?

«In albergo si era soliti organizzare un ballo con il personale a fine stagione. Quella sera, eravamo nel 1941, era finito lo champagne e Ico propose di accompagnarmi in cantina a prendere un’altra bottiglia, ma nel passaggio in cucina la bottiglia cadde per terra e si ruppe, a causa di un suo tentativo maldestro di baciarmi. Lo chef, il mattino dopo, trovando per terra i vetri andò a chiedere per tutto l’hotel cosa fosse successo lì la sera prima».

E quando vi sposaste?

«L’anno successivo al convento di Lana, celebrò il rito il mio parroco. Eravamo giunti in treno, ricordo. Poi facemmo il pranzo a Merano all’Hotel Splendid. Eravamo in piena guerra, io portavo un tailleur grigio. Il giorno dopo rientrammo a Cortina».

Vivevate al Miramonti?

«No, all’epoca il nostro Hotel era diventato un ospedale, prima dei tedeschi, poi degli americani. Vi rientrammo solo nel 1950 dopo ampi lavori di ristrutturazione. Vivevamo un po’ isolati, per motivi di sicurezza, a Villa Sole a Cianderies».

Nel 1950 il rientro.

«Erano anni magici, dopo la guerra la gente aveva voglia di vivere. Ricordo i grandi lavori, le maestranze che si davano da fare, muratori, pittori, squadre intere di facchini, la posa della moquette e dei parati. Rientrammo con una grande festa, centinaia di invitati in una serata che vide tantissimi ospiti bere a volontà».

E poi il ballo.

«Sì, un grande ballo nel salone. Io lavoravo in albergo con tutta la famiglia Manaigo, i figli dei fondatori e le loro mogli o mariti, ciascuno con un proprio compito. Il pianterreno e i saloni erano il mio regno: curavo la disposizione dei fiori e passavo tanto tempo con i clienti, dai Mondadori ai Rizzoli ai Moratti; con tantissimi bambini. Il Miramonti per loro era il regno di una fiaba».

La donna più bella?

«L’attrice Eleonora Rossi Drago. Pochi oggi la ricordano, perché dopo i primi successi al cinema si sposò con un imprenditore ed uscì dal mondo dei Vip per occuparsi della famiglia, ma era splendida».

Più bella del mito Brigitte Bardot?

«Brigit era eccezionale, sia come bellezza che come vitalità. Lei dettò uno stile per l’epoca: allegra, scanzonata, in jeans, maglia di lana e foulard, come la ritrae una bella foto ancora oggi presente al Miramonti. Da noi stava anche un mese ed era una grande attrazione».

Altri nomi che ricorda con piacere?

«Clark Gable, Cary Grant, Gary Cooper, Liz Taylor, Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, che sono passati poco dopo che si erano messi insieme, David Niven, venuto a girare il film La Pantera Rosa, con Capucine e Claudia Cardinale, Vittorio De Sica. E poi ricordo, con emozione e simpatia, Yvonne Blanche Labrousse, meglio conosciuta con il nome Begum Om Habibeh Aga Khan, moglie dell’Aga Khan III».

Il più simpatico?

«Alberto Sordi, davvero irresistibile». —

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