Kaos, arriva il primo esposto «Non potevamo aspettare»
Esposto per Kaos: l’associazione bellunese Siamo tutti animali sta per presentarlo in Procura della Repubblica. L’avvocato di fiducia Marzia Ianese esporrà i fatti come emergono dai video girati da agordini il 19 aprile, nel parcheggio del negozio Super W di Agordo: dall’aggressione del pitbull al proprietario Amine Bendaoud, all’uccisione per strangolamento dello stesso cane da parte di tre conoscenti che l’ hanno trattenuto a terra, vicino a un muretto accanto alle auto posteggiate, stringendogli forte il collare fino a soffocarlo.
Si sente e, soprattutto, si vede che i tre, uno dei quali padrone di un esemplare femmina, non hanno intenzione di difendere il già ferito Bendaoud, ma se la prendono con l’animale, con l’unico scopo di sopprimerlo e non di tranquillizzarlo. Ed è questo che gli animalisti intendono segnalare all’autorità giudiziaria, affinché si indaghi per maltrattamento e uccisione di animale e si arrivi ad avere giustizia. Ci sarà un quadro ancora più chiaro di quello che è successo quando saranno disponibili i risultati dell’autopsia disposta per stabilire se il pitbull nero di due anni di età sia stato maltrattato oppure no.
L’esame potrebbe spiegare come mai si è rivoltato in quella maniera contro il suo padrone dopo una tirate del guinzaglio, mandandolo all’ospedale con ferite al braccio sinistro e all’addome guaribili in una quindicina di giorni. Questa la prognosi dei medici che si sono occupati del caso.
Bendaoud garantisce di non aver mai fatto mancare niente al suo cane e gli ha promesso anche un funerale umano, di sicuro Kaos aveva già morso almeno un agordino e sia in municipio che alla caserma dei carabinieri si stava pensando di portarlo via al giovane marocchino. Peraltro di cani di quella razza ne girano diverse per il paese: «Quello che ci interessa è spiegare come sono andate le cose, in un venerdì sera con tanta gente a fare la spesa», spiega Ianese, «ecco perché abbiamo deciso di presentare un esposto, utile ad aprire un indagine sul piano penale, a fare chiarezza e magari anche giustizia».
Un po’ tutte le associazioni che hanno a cuore il benessere animale hanno schierato il loro ufficio legale e promuoveranno delle iniziative, peraltro non ancora precisate. Tra di loro anche l’Enpa, Ente nazionale protezione animali, la stessa che ha bloccato una raccolta di soldi avviata su Facebook da Bendaoud, dal momento che si trattava di un’iniziativa del tutto personale e non concordata preventivamente. Perché non mettersi d’accordo e presentarsi insieme e con maggiore forza davanti alla Procura della Repubblica e, in un secondo momento, al tribunale? «Come Siamo tutti animali agiamo soprattutto a livello locale e abbiamo deciso di partire», sottolinea e conclude Ianese, «non sappiamo cosa intendano fare realtà più a livello nazionale. Ci vorrà del tempo per l’avvio delle indagini e l’accertamento della verità, ma quello che è successo ad Agordo è troppo grave per poter aspettare». —
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