Karamaleski non si trova Corte d’Assise a forte rischio

ALPAGOLatitante, come minimo. Otto mesi di ricerche e nessuna traccia di Munifer Karamaleski. Il foreign fighter macedone partito per la Siria da Palughetto di Chies d’Alpago, nel dicembre 2013,...

ALPAGO

Latitante, come minimo. Otto mesi di ricerche e nessuna traccia di Munifer Karamaleski. Il foreign fighter macedone partito per la Siria da Palughetto di Chies d’Alpago, nel dicembre 2013, potrebbe essere sempre in Medio Oriente, dopo la caduta dello Stato islamico, ma non esiste nemmeno la garanzia che sia ancora vivo, dopo la presa della capitale Raqqa. La prossima udienza del processo per associazione con finalità di terrorismo anche internazionale, davanti alla Corte d’Assise di Belluno è fissata per il 14 novembre, ma è molto forte il rischio che i due giudici togati Antonella Coniglio e Angela Feletto siano costrette a disporre un nuovo rinvio e ulteriori, costose ricerche.

I difensori veneziani De Falco e Pecin e quello bellunese Marzia Ianese non hanno ricevuto comunicazioni dal cliente e difficilmente le avranno: «Karamaleski rimane latitante, oltre che irreperibile», sottolinea Pascale De Falco, «non ci risulta che sia stato trovato, di sicuro non si è fatto sentire. Non manca più molto all’udienza e non sappiamo come si regolerà la Corte d’Assise. Ci è capitata questa difesa d’ufficio e cercheremo di portarla avanti nel miglior modo possibile».

A metà gennaio, era stato il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Terzo a chiedere la revoca del decreto di latitanza e la sospensione del processo dopo il rinvio a giudizio del gup Vicinanza, anche se in altri casi simili, ad esempio Maria Giulia Sergio o di Meriem Rehaily, il procedimento era andato avanti e si era arrivati a sentenza. In Alpago, Karamaleski non si è più visto e le ultime notizie lo davano come custode del deposito del bottino di guerra dell’Is. Eventualmente, non arriverà un certificato di morte, perché l’uomo era andato a cancellarsi all’ufficio anagrafe di Chies, prima di mettersi in viaggio con il bosniaco Ismar Mesinovic e Ismail Davud, la moglie Ajtena e le tre figlie piccolissime. —

G.S.

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