Katia Mores scomparsa nel nulla in India
È partita il 26 febbraio 2013 per l'India, una meta fissa degli ultimi anni. Quel giorno è decollata dall'aeroporto Marco Polo Tessera di Venezia, ha fatto scalo a Dubai ed è atterrata con la Emirates Airlines a Bangalore, nel sud del Paese. Era diretta a Puttaparthi, 158 chilometri più a nord. Da quel giorno si è persa ogni sua traccia. Katia Mores oggi avrebbe 54 anni. Avrebbe, perché nessuno dei suoi cari sa più niente di lei da quella maledetta partenza. È stata ingoiata dall'oscurità del luogo che le dava pace e rifugio, la culla del culto di Sai Baba, di cui lei era una convinta ammiratrice. Ma quando, il 26 aprile, non si è presentata all’imbarco del volo per il ritorno in Italia, le amiche hanno iniziato a preoccuparsi.
L’ultima volta che ha parlato con i genitori Giacomo Mores (Arsiè, 1934) e Gina Burani (Apecchio, 1936) è stato al telefono, il giorno prima del viaggio. Entrambi residenti a Mellame di Arsiè, sapevano anche della sua intenzione di investire qualcosa in un'attività commerciale in India. Ma questo non è bastato a giustificare l'improvvisa scomparsa. Anche perché l’amica veneziana Daniela aspettava la sua telefonata il giorno dell’atterraggio per segnarsi il numero di recapito indiano. Secondo il Codice civile, Katia sarà classificata come “scomparsa” fino al suo ritorno o fino all'accertamento della sua morte. Sono passati tre anni. Oggi l'ipotesi è di omicidio.
La partenza. Katia lavorava nel negozio “La Pantera nera” di via Zabarella, in centro a Padova, chiuso a dicembre del 2012. Rimasta senza lavoro, decide di prendersi un periodo di pausa. Con in tasca la liquidazione, assieme a 3 mila euro prelevati tra metà dicembre e fine febbraio, parte alla volta dell'India. Conosceva bene quel villaggio da poco più di 11 mila abitanti, lo stesso dove nel 1926 nasceva e poi nel 2011 veniva sepolto il guru venerato in tutto il mondo.
La scomparsa. L’amica Daniela, che la conosce dal 2007, presenta denuncia di scomparsa il 12 dicembre alla stazione dei Carabinieri di Venezia San Marco, anche per conto dei genitori. Nel frattempo l'amico e compaesano Dario Dall'Agnol si rivolge all'avvocato Roberta Resenterra di Feltre. «Dal momento della scomparsa bisogna attendere due anni per presentare una dichiarazione di assenza al tribunale di residenza», spiega il legale, «questo perché in mancanza di indizi certi e inconfutabili, la persona potrebbe aver deciso di allontanarsi spontaneamente. La dichiarazione serve per permettere ai parenti o ai delegati di gestirne i beni e gli interessi». Il ricorso viene presentato due anni dopo, il 12 marzo 2015, al Tribunale di Padova.
Le ricerche. Vengono presentate denunce a tutti gli enti: Carabinieri, Interpol, Emirates Airlines, Polizia indiana, ashram indiani, ufficio emergenze della Farnesina, ambasciate e consolati vari. Ma le autorità consolari e l'Ambasciata italiana a Delhi non sono in grado di reperire informazioni utili al suo ritrovamento. Visti gli scarsi risultati, Dall'Agnol si reca più volte a Padova per raccogliere degli indizi. L'account di posta elettronica è cessato per inutilizzo. L'unico numero utile nella rubrica di casa è di un certo “Baba”, suo riferimento nel villaggio indiano e unica persona che potrebbe essere informata sui fatti (aveva un negozio a Chittravati road, poco lontano da dove dormiva lei). Grazie a Renato, che vive a Puttaparthi e che conosce Daniela, si viene a sapere che Katia è stata vista l'ultima volta a fine marzo o inizio aprile del 2013 con Baba in viaggio per Rishikesh, a 2200 chilometri e oltre a Nord dell'India, dove un altro guru indiano (Maharishi Mahesh Yogi) aveva un ashram.
L'attesa. Dalle ricerche iniziano a emergere le prime ipotesi, la più accreditata (e l'unica ormai tenuta in conto) è quella che ipotizza una rapina finita con la sua uccisione. Il 20 marzo 2015 viene ingaggiato l’investigatore privato Shiva, che, tra mille difficoltà e minacce, viene a sapere che Katia risiedeva in un appartamento di Sai Gowri, a Samadhi road. Nello stesso complesso dormirà anche l’australiana di 75 anni Toni Anne Ludgate, anch'ella devota Sai Baba. Partita per fare volontariato, fu rapinata e uccisa il 29 agosto 2014.
La denuncia. Il tribunale di Padova dichiara l'assenza di Katia il 22 dicembre 2015. La Gazzetta ufficiale pubblica l'avviso il 9 febbraio. In Corte di Appello non è ancora pervenuto alcun certificato di non opposizione. Il 7 novembre Dall’Agnol, su mandato del padre Giacomo, presenta al Tribunale di Padova una denuncia penale contro ignoti riguardo la scomparsa di Katia Mores, nata il 18 giugno 1962 a Le Locle, Svizzera, e residente a Padova, su cui gravano concreti indizi di omicidio.
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