Kebabelù, nel menù il kebab alla bellunese
BELLUNO. Kebabelù può far rima con acquolina in bocca. Il kebab alla bellunese è l’ultima invenzione gastronomica del Cantiere del gusto, uno dei figli del Cantiere della provvidenza, che si è innamorato della Dolomitiheart. Una co-produzione, insomma. Al semaforo di Baldenich, tra via Pellegrini e via Vittorio Veneto un ristorantino a modo suo etnico, con allegato il negozio di prodotti tipici: dalla birra di Quero o di Presenaio di San Pietro di Cadore, al miele di Colle Santa Lucia, passando per grappe e marmellate di ogni angolino della provincia.
Il ghiotto è che nel menù ci sono anche il Kebapastin con il pastin della Valzoldana e il Kebaformai con il formaggio della latteria di Camolino. Possibile anche avere insieme un po’ di carne e un po’ di cacio. I prezzi del panino o della piadina vanno dai 4,50 ai 6 euro, ma degusti tutti alimenti di primissima scelta: «Offriamo i migliori prodotti della nostra terra», sintetizzano i due dipendenti Francesco Sansone e Irene Benato, «la carne di maiale, vitello e pollo ci arriva fresca dalla cooperativa Valcarne di Fonzaso. Al mattino, abbiamo le bistecche, con le quali componiamo uno spiedo, che non resiste tanto tempo. Anche perché non manca il contorno: verdure, fagioli o patate fritte».
L’apertura è quotidiana, dalle 9 alle 14 e in queste poche ore ne passano parecchi di clienti: «Riusciamo a confezionare tra le 70 e le 100 consumazioni al giorno, riuscendo fra l’altro a tenere bassi i prezzi, anche se abbiamo costi inevitabilmente superiori a chi vende kebab, vista la grande qualità dei nostri prodotti».
Non è concorrenza ai kebabbari africani o arabi e il motivo è religioso: «Non mangiano carne di maiale, che è alla base della nostra proposta, anche se qualcuno si è affacciato, per rendersi conto di quello che serviamo. Tra i bellunesi, invece, stiamo avendo un buon successo e questo ci spinge a migliorare. Le idee sono tante: pensiamo a una vera a propria gastronomia, grazie anche alla distribuzione di prodotti».
Dolomitiheart.com fa capo a Vincenzo Agostini: «Quello del Cantiere del gusto è un esperimento molto interessante, oltre che riuscito. Si tratta di proporre il meglio della produzione agroalimentare della nostra provincia, perché giustamente il mercato della campagna dev’essere la città e dobbiamo puntare non solo alla nostra, ma anche a quelle più o meno vicine. E poi offriamo lavoro, il che di questi tempi è molto importante. Oltre al ristorante, il punto vendita di prmizie, delle quali non tutti conosciamo l’esistenza. C’è per esempio questa birra artigianale di Presenaio: in quanti sanno che viene prodotta?».
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