L’80% delle canne fumarie viene pulito poco e male

Lo spazzacamino Fabrizio Fent spiega: «Manutenzione una volta all’anno Ci sono leggi precise ma ancora molti si affidano al fai da te, con tanti problemi»  
BELLUNO. Scarsa manutenzione e canne fumarie costruite in modo non adeguato. Queste le cause principali degli incendi che si verificano nelle abitazioni in cui sono utilizzate stufe e caminetti a legna. L’ultimo caso pochi giorni fa, a Danta, dove una casa è stata avvolta dalle fiamme e, a causa degli ingenti danni, è ora inagibile. «La maggior parte dei problemi è dovuta alla mancata pulizia», fa presente Fabrizio Fent, fumista spazzacamino di Feltre e socio Anfus, associazione nazionale che riunisce i lavoratori e gli esperti del settore.


«Ultimamente la situazione a livello provinciale è un po’ migliorata, nel senso che i bellunesi cominciano a mostrare più attenzione e sono più sensibili al tema manutenzioni».


«Sta di fatto, però, che ancora l’80% delle persone non se ne occupa in modo corretto», prosegue Fent. «In questa percentuale sono compresi sia coloro che non fanno alcun tipo di pulizia sia chi si affida al “fai da te”, provvedendo alla pulizia in modo autonomo o chiedendo aiuto a parenti ed amici. Questo però può dar luogo a diversi problemi: più di una volta, per fare un esempio, mi è capitato di trovare canne fumarie incastrate da un bastone con stracci legati tra loro». Se manca la pulizia, gli incendi sono provocati dalla presenza di catrame, sporcizia, umidità.


«Canne fumarie e camini vanno puliti una volta all’anno o ogni 40 quintali di legna bruciati», spiega Fent. «In un territorio come la provincia di Belluno, dove le stufe si tengono accese tutto il giorno per una parte consistente dell’anno, non sarebbe male pensare a una pulizia anche ogni sei mesi. Con 60-70 euro all’anno, rivolgendosi a un esperto fumista, si può essere sicuri». Importante è evitare di bruciare in stufe e caminetti carta e plastica. Ed è necessario utilizzare legna secca: quella “verde” crea condensa e catrame. «Ricordiamo che un camino pulito rende meglio», dice ancora il fumista spazzacamino, «e con una canna fumaria efficiente si può ridurre il consumo di legna fino al 20-30%». Ma, come si diceva, non bastano manutenzione e pulizia. La canna fumaria deve essere strutturalmente e tecnicamente adeguata. Se gli isolamenti sono poco accurati gli incendi vanno con più facilità a coinvolgere i tetti, creando danni non indifferenti. «C’è una normativa ben precisa che stabilisce la messa a norma delle canne fumarie», sottolinea Fent. «Le spese non sono eccessive: con 500-1.000 euro si può avere una struttura nuova. Tra l’altro, i lavori si possono detrarre, dal 50 fino al 65%». Il decreto ministeriale 37/08 stabilisce che le canne fumarie debbano avere una dichiarazione di conformità, rilasciata da professionisti abilitati.


«Una dichiarazione che ancora troppe persone non provvedono a farsi redigere», continua. «I condotti fumari, per non essere pericolosi, devono avere determinate caratteristiche: isolamento con la giusta densità, un adeguato materiale refrattario (non tutti i tipi di acciaio vanno bene), distanza da ciò che può risultare infiammabile. Anche le stufe, se utilizzate 8-9 mesi all’anno, devono avere al proprio interno la pietra e un certo spessore». Le stufe di nuova generazione sono diverse rispetto al passato e necessitano quindi di una canna fumaria adeguata, non solo per una questione di sicurezza, ma anche per ottenere una resa migliore.


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