La 251 non riapre, la rabbia degli zoldani
Bus sostitutivo per le scuole: gli studenti costretti a partire alle 5.35. Il sindaco: «Ora diteci che dobbiamo emigrare»
VAL DI ZOLDO. Riapertura della 251: contr’ordine. Doveva essere lunedì, invece non si sa quando nè come si tornerà a transitare. Si è gelato il sangue al sindaco Camillo De Pellegrin quando al tavolo di Longarone, ieri pomeriggio, anche la data del 28 marzo è saltata. «Non chiediamo una autostrada: a questo punto della situazione dobbiamo pensare al futuro di Zoldo, se vogliono che si continui ad abitare nella vallata. Oppure no. Mi dicano se dobbiamo emigrare: ce ne faremo una ragione».
È avvilito De Pellegrin: il problema non è più il fuoco tra Igne e Soffranco ma quel che le fiamme hanno smosso su un terreno disastrato e roccioso. E la prossima settimana è prevista pioggia tra il 29 e il 30: con l’acqua che creerà altra instabilità sul terreno incendiato».
«Il dato è sconfortante perché la 251 resta chiusa e fino a lunedì non sono in grado di dirmi se riaprirà e soprattutto il periodo che ci vuole per bonificare l’area e riaprirla: l’incendio è attivo anche se sotto controllo» dice De Pellegrin «Il fuoco crea nella roccia fratture e scombussolamento, poi arriva pioggia non si sa di che intensità, tra martedì e mercoledì, ma questo determina un’altra temperatura di assetto della roccia che muove materiali in caduta libera sulla strada: il tratto interessato è perpendicolare sulla viabilità, si temono cedimenti di materiale dal piccolo alla grande dimensione. Che dire: sono avvilito, al di dà delle chiacchiere non vedo azioni concrete e risposte concrete sul futuro della strada: che mi si dica che dobbiamo emigrare e ce ne faremo una ragione».
Impensabile l’apertura: «non c’è la garanzia che lunedì riapra. D’altronde il fronte incendio è lungo un chilometro, tutto sulla roccia: con la pioggia è più materiale che rotola che altro. Una roba lunga».
Veneto strade aveva paventato l’idea di realizzare un 600 metri di paraschegge, ma anche lì ci vuole tempo. L’isolamento della valle resta tutto: con studenti e lavoratori che debbono sorbire alzatacce e giri per i passi per raggiungere luoghi di lavoro fuori da Forno e banchi di scuola a Longarone e Belluno. In proposito già oggi Dolomitibus ha attivato una linea, per Passo Staulanza, che parte alle 5.35, da Forno e che arriva alle 7.40 a Belluno. In paese le scuole restano aperte.
«Poi se la strada rimane chiusa si cerca di trovare qualche forma alternativa più corta, tagliando il percorso» continua De Pellegrin «La valuteremo nei prossimi giorni. Una situazione ormai cui non riusciamo a dare volta. Servono le protezioni e le gallerie artificiali, tratti messi in sicurezza: con queste strutture, la circolazione sarebbe continuata e noi saremmo passati lungo la 251. Ormai a questo punto dobbiamo pensare un futuro per Zoldo oppure no».
Si pensa a una azione forte, «se possibile in sinergia con i comuni del Friuli anche loro interessati con la Val Cellina. Penso che non serva neanche fare massa critica: ormai è talmente evidente lo stato di necessità per una viabilità degna, non solo degli abitanti ma anche dei turisti. Eppure basterebbe intervenire un po’ alla volta, con lavori nei tratti più compromessi: almeno per dare un segnale di futura speranza agli abitanti. Ma si pensi anche alla 251 come strada alternativa alle Olimpiadi senza l’Alemagna... Non chiediamo una autostrada» conclude il sindaco.[FINETESTO] —
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