La Calcestruzzi non ci sta «Basta con il boicottaggio»

Il presidente De Pra’: «Abusi? Sono solo dei setti, ci servono per lavorare» Attacco ai cittadini che hanno fatto denuncia: «Siamo pronti a tutelarci»

CESIOMAGGIORE. Prima il sequestro giudiziario del cantiere, adesso il verbale di abuso edilizio per aver posizionato dei setti dove si separano i componenti per fare il calcestruzzo. Per l’azienda Dolomiti Calcestruzzi la misura, adesso, è colma perché ogni problema in più va ad aggravare la già difficile ripresa a regime dell’attività produttiva con il rischio di incidere sui posti di lavoro. Lo dice, non senza amarezza, il presidente di Calcestruzzi Ezio De Pra’ che smentisce prima di tutto che sia stata eretta una scogliera sugli argini del torrente Viera, e parla di setti per la separazione degli aggregati. Cosa che si fa nel contesto di impianti di questo tipo. «A tutt’oggi poi abbiamo ricevuto solo la lettera di chiarimento da parte del Comune sul cronoprogramma dei lavori da effettuare. Nel frattempo i setti tanto contestati che servono unicamente a selezionare, accantonare e movimentare materiale di un certo tipo, sono già stati spostati lontani dal torrente». Ma se l’iter dovesse approdare d’ufficio ad altre sedi, tutto ciò potrebbe avere ripercussioni pesanti sulla faticosa ripresa dell’attività aziendale e sull’anello più debole della catena, i lavoratori. «Nessuno può immaginare quanto difficile sia far quadrare il cerchio», continua De Pra’, «fra la contrazione del lavoro e la concorrenza da parte di ditte da fuori che godono di corsie preferenziali. Così non posso non esprimere stupore e amarezza per il boicottaggio nei nostri confronti da un gruppo minoritario di cittadini, che dietro la stucchevole motivazione di una difesa del territorio e dell’ambiente, nascondono invece interessi particolari che mi risulta non siano condivisi dal resto del paese». Adesso però la misura è colma, ribadisce il presidente. «Non possiamo più tollerare che ci venga messo il bastone fra le ruote rispetto a un’attività che contempla anche il posizionamento di setti o altre operazioni di comparto. Finora non abbiamo intrapreso alcuna azione per tutelare l’azienda. Ma ci riserviamo di agire. Quanto poi alle pretese di tutela ambientale, basta guardarsi attorno per capire che c’è più di una situazione che non quadra».(l.m.)

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