La canonica è tornata a splendere
PONTE NELLE ALPI. Un percorso lungo oltre dieci anni si è concluso ieri con una grande festa per l'inaugurazione della nuova canonica di Cadola. Una stata complessa quella dell'edificio di tre piani, vicino al municipio, il più antico di Ponte nelle Alpi: anche se versava in condizioni fatiscenti, senza permesso di abitabilità e addirittura con il rischio di crollo, la sovraintendenza ne impediva la demolizione per via del suo pregio storico. La svolta arriva nel giorno di pasquetta del 2001 con la prima visita dell'allora vescovo mons. Vincenzo Savio, che l’anno seguente lanciò l'esortazione al recupero della canonica. Inizia così la ricerca di fondi, ottenuti grazie al contributo della Regione, della Cei, della fondazione Cariverona, del Comune e anche alla generosità dei cittadini. Si arriva quindi al luglio 2005 con l'inaugurazione della sala polifunzionale dedicata allo scomparso Vincenzo Savio, ma rimane ancora da sistemare lo stabile più antico, quello che ingloba il campanile: nasce così il progetto dell'architetto Alberto Alpago Novello, i cui lavori oggi sono definitivamente compiuti. Per i due interventi sono stati necessari 1,5 milioni di euro.
La cerimonia, presentata da Giovanni Viel, si è svolta in una chiesa gremita. Per primo ha parlato il progettista Alpago Novello: «L'edificio risale alla metà del 1400 o forse anche prima e nei secoli ha subito vari interventi, tra cui lo spostamento del campanile perché pericolante, incendi e il terremoto del 1873, fino a diventare negli ultimi anni una specie di ripostiglio. Abbiamo rifatto tutti gli impianti esterni e interni, con una ristrutturazione completa che ha permesso di rinvenire due affreschi, uno della metà del 1500 e tracce di uno del 1700 oltre che un vecchio messale».
Poi tocca al padrone di casa, il parroco don Giuseppe De Biasio, che arrivò a Cadola proprio nei mesi in cui si decise di partire con il restauro: «È stato un vero e proprio cantiere della provvidenza, vuol dire che il Signore vuole bene alla nostra comunità. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato ai lavori, si respirava un raro clima di amicizia e cordialità. E voglio sottolineare che le ditte e gli artigiani coinvolti nei lavori sono al 90% legati al territorio di Ponte nelle Alpi».
Tocca poi al sindaco Roger De Menech:«Questo evento dimostra la forza della nostra comunità con i suoi valori della solidarietà e la fiducia nelle persone. La chiesa ha dimostrato di essere un motore di aggregazione e aiuto alle persone, oggi si crea questo nuovo cuore del comune con il municipio e la futura farmacia (che sorgerà nei locali della vecchia canonica)».
Per ultimo il vescovo Giuseppe Andrich: «Quando ho inaugurato la prima sala nel 2005 ho raccolto i frutti del mio predecessore Vincenzo Savio, grazie alla sua volontà si deve tutto questo.Si riapre una canonica che è stata una fucina formativa di molti sacerdoti e missionari della nostra diocesi, alcuni miei compagni di seminario. Fu un centro dalla grande vitalità, dalle fondamenta solide e ora è speranza per il futuro e i giovani».
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