La Cassazione non accoglie il ricorso, Franceschi resta “in esilio”
CORTINA D’AMPEZZO – La Cassazione non ha accolto il ricorso del Sindaco Andrea Franceschi sull’illegittimità del provvedimento cautelare che da 160 giorni gli vieta di varcare i confini di Cortina ed esercitare il suo mandato elettorale. Il Sindaco è accusato di tentata turbativa d’asta e abuso d’ufficio per aver suggerito ad una funzionaria – che poi, non riconfermata nell’incarico, lo denunciò ai magistrati – di ridurre il costo per il Comune di un bando e di allargarne i parametri d’ammissione al fine di permettere anche ad aziende, estranee al contesto locale, di partecipare. E’ altresì indagato per minacce a pubblico ufficiale, sulla base di un messaggio di testo, raccolto in sei mesi di intercettazioni telefoniche, nel quale intimava all’allora comandante dei vigili di togliere gli autovelox per dedicarsi alla “caccia” agli abusi edilizi.
Con queste accuse Franceschi fu prima costretto a 21 giorni di arresti domiciliari e, successivamente, destinato a 160 giorni di esilio. Un esilio che la decisione dei Giudici di Cassazione protrae, potenzialmente, per altri due anni e mezzo.
“Si tratta” ha commentato il Vicesindaco Enrico Pompanin, anch’egli coinvolto nella stessa vicenda giudiziaria e in attesa di udienza preliminare “di una prova crudelissima inferta alla Comunità di Cortina e di un trattamento immeritato riservato ad un amministratore corretto e infaticabile, la cui unica colpa è stata quella di voler influire positivamente sul futuro del territorio che le persone di Cortina avevano scelto di affidargli per la seconda volta nel maggio 2012”.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi