La causa dello schianto sarebbe stata un malore I parenti già ad Auronzo
AUROnZo. Colpa di un malore. Il giorno dopo lo schianto mortale di Cima Gogna prende corpo l’ipotesi che a causare l’invasione della corsia opposta da parte di Antonio Briguglio sia stato un improvviso problema fisico. Senza controllo, la sua Volkswagen Golf ha oltrepassasato la linea discontinua di mezzeria della 52 Carnica, proprio mentre stava arrivando il furgoncino Volkswagen Caravelle, alla cui guida c’era la cadorina Annamaria De Marchi.
Secondo i primi accertamenti dei carabinieri della Compagnia di Cortina, Briguglio non aveva le cinture di sicurezza allacciate e le condizioni dell’autoveicolo, con il muso saltato e il cofano accartocciato, fanno pensare che la velocità fosse sostenuta. Entrambi i veicoli sono stati posti sotto sequestro, stesso discorso i telefonini cellulari, per verificare che non ci siano stati chiamate o messaggi nei momenti immediatamente precedenti allo schianto. Niente di strano: le forze di polizia incaricate dei rilievi di legge lo fanno sempre.
In Procura, ieri mattina si parlava soltanto d’ispezione cadaverica esterna da effettuarsi nell’obitorio di Auronzo, dove è stata portata la salma di Briguglio, sempre a dispozione dell’autorità giudiziaria. C’è un fascicolo aperto per omicidio stradale. Intanto, già domenica sera in Cadore sono arrivati il padre e il fratello del 29enne palermitano che, non appena saputo della tragedia, si erano precipitati all’aeroporto di Palermo Punta Raisi per prendere il primo volo utile con destinazione Venezia. Se gli accertamenti dovessero davvero limitarsi all’ispezione esterna, non ci vorrebbe molto tempo per la celebrazione dei funerali a Gratteri, il paese di origine, alle porte del capoluogo siciliano.
Briguglio lavorava come operaio alla Senfter di San Candido, in provincia di Bolzano. Era emigrato, per cercare un posto. De Marchi sta bene: ha riportato delle contusioni, in particolare a un ginocchio, ma niente di grave. —
Gigi Sosso
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