«La centrale in Valle del Mis si può fare»

Il Tribunale delle acque di Roma non ammette i ricorsi delle associazioni locali e respinge quello presentato dal Wwf

SOSPIROLO – GOSALDO. Roma ha deciso: la centrale idroelettrica in Valle del Mis si può fare. Il Tribunale superiore delle acque, che ha sede nella capitale, ha emesso la sentenza sul ricorso presentato da Acqua bene comune, Wwf, Cai Veneto e associazione Amici del Parco contro il progetto di centralina proposto da Eva Valsabbia spa, la società bresciana cui andrebbero la maggior parte degli utili dalla produzione di energia. La sentenza (pronunciata il 16 novembre 2011, depositata il 16 gennaio) è chiarissima e con essa il Tribunale «in parte dichiara inammissibile il ricorso n. 90/2010 in epigrafe, e lo respinge per la restante parte».

Acqua bene comune e tutti quei cittadini e quei soggetti che fin dall'inizio dell'iter di questo discusso progetto (iniziato il 12 ottobre del 2006, con la presentazione della domanda di concessione in Regione) si sono dimostrati contrari alla sua realizzazione hanno quindi perso la battaglia. Forse non la guerra, come dichiara convinto Valter Bonan: «Prendiamo atto della sentenza, ma adesso aspettiamo di vedere come Valsabbia concretizzerà le ipotesi di progettto».

Sul piatto ci sono tanti problemi aperti, dal passaggio della condotta sotto le gallerie della strada della Valle del Mis (la Sp2), un territorio piuttosto fragile, alla paventata (e, pare, scongiurata con un accordo in extremis tra Comune di Gosaldo e Valsabbia) chiusura della strada provinciale, che metterebbe in grossa difficoltà non sono gli abitanti, ma anche il turismo per l'estate a venire.

Intanto, però, Valsabbia può dare avvio ai lavori. A onor del vero avrebbe potuto iniziarli anche in attesa che il Tribunale si pronunciasse. La sentenza, bocciando il ricorso, autorizza a prelevare l'acqua dal torrente Mis, circa 50 metri a monte del ponte che porta in località Titele, e a convogliarla in una condotta di circa un chilometro e mezzo, che passerà sotto la Sp2 e arriverà alla centrale vera e propria, dove l'acqua verrà turbinata per produrre energia. La potenza installata sarà di 864,96 kW.

Il ricorso era stato presentato nell'aprile 2010 da quattro soggetti, ma solo uno, il Wwf, è stato ammesso come ricorrente: «Il Tribunale, essendo un organo di carattere nazionale, ha deciso di escludere noi, il Cai e l'associazione Amici del Parco», spiega Bonan. «Una decisione opinabile, ma contro cui non possiamo appellarci». La sentenza, infatti, è definitiva, ed era l'ultimo tentativo possibile per fermare la costruzione della centrale di “Canale del Mis”. A Bonan però restano i dubbi. «Nella sentenza si dice che il nostro ricorso viene respinto perché l'intervento servirà ai fini istituzionali dell'ente Parco. Cioè per elettrificare la Valle, e magari le strutture di Pian Falcina. Ma abbiamo ampiamente dimostrato che non sarà così. Nel progetto della Valsabbia c'è scritto chiaramente che l'energia prodotta verrà immessa in rete verso nord, in direzione opposta alle strutture del Parco. Per cui ci piacerebbe che ci venisse spiegato com'è che l'impianto va incontro ai fini istituzionali del Parco stesso».

Un altro punto del ricorso era il fatto che la centrale vera e propria verrebbe costruita in zona B1, dove la normativa prevede che si possano realizzare solo «edificazioni utili per attività di tipo tradizionale (malghe, rifugi)», continua Bonan, «La sentenza dice che non si può non considerare tradizionale l'attività di produzione idroelettrica, vista la notoria storicità di tali insediamenti nel nostro territorio. Come a dire: ci sono talmente tante centrali sui corsi d'acqua bellunesi, che ormai gli impianti possono essere considerati una tradizione del territorio». Un'affermazione che lascia l'amaro in bocca, e che dà il senso di come venga considerato il Bellunese: «Una terra di conquista, un Far West», dice Bonan. E la prossima terra a essere “conquistata” sarà la Valle del Mis.

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