La centralina di Pattine esclusa dalla procedura Via

Gosaldo. La Commissione regionale, a maggioranza, ha sbloccato l’iter per l’impianto lungo il Mis progettato da California srl, con tre prescrizioni
Di Irene Aliprandi

GOSALDO. Il progetto per la centrale idroelettrica sul torrente Mis a Pattine di Gosaldo non dovrà essere sottoposto alla procedura Via. Lo ha deciso a maggioranza, con parere contrario del rappresentante della Provincia di Belluno, la Commissione regionale Via, e il provvedimento è stato emanato nel Bur di ieri con decreto del direttore regionale della sezione coordinamento delle attività operative.

Dopo alcuni rinvii, che avevano fatto sperare le associazioni ambientaliste e gli enti interessati, la Commissione ha dunque sbloccato l’iter per l’impianto progettato da En&En attraverso la società California srl, che ora può proseguire il suo cammino verso la concessione idraulica e l’autorizzazione a realizzare la centrale. Pensata all’esterno del territorio del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, ma solo di pochi metri, la centrale ad acqua fluente dovrebbe avere una potenza massima di 1.003 kW per una produzione di 3,433 milioni di kWh. L’intervento prevede una derivazione dal torrente Mis a Pattine a quota 654 metri, con portata media di 993 litri al secondo e portata di rilascio di 580 litri al secondo. L’adduzione avverrà per mezzo di una condotta forzata lunga un chilometro e 185 metri, posata lungo la strada Titele Pattine, fino alla centrale elettrica che verrà costruita a Titele a quota 603,5 metri, dove verrà restituita l’acqua al torrente.

Il progetto, presentato nel 2015 all’ombra di quello bocciato in corso d’opera a Valsabbia, porta con sè il parere contrario dell’intera comunità locale, dal Comune di Gosaldo al Parco che, pur non essendo competente su quel tratto di torrente, ha ripreso un’osservazione della Provincia sull’esistenza della trota marmorata e dello scazzone. Osservazioni sono arrivate anche dai pescatori, dalle associazioni ambientaliste e dalla Fondazione Dolomiti Unesco.

Nell’ultimo anno la Commissione regionale Via ha più volte rinviato la decisione per supplemento di istruttorie, ma alla fine sono state decisive le controdeduzioni mosse dalla società proponente, la quale potrà evitare la procedura di valutazione di incidenza ambientale perché: «l’intervento non comporta impatti significativi negativi sulle componenti ambientali», scrive la Commissione regionale, ma con alcune prescrizioni e raccomandazioni: un piano di monitoraggio delle acque e delle portate, concordato con Arpav, prima dell’autorizzazione e dopo la costruzione dell’impianto, il monitoraggio della scala di risalita dei pesci e un protocollo per evitare la contaminazione delle acque.

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