La Cgil annuncia verifiche sui turni del laboratorio

Ospedale di Agordo, il sindacato sul piede di guerra dopo il dietrofront della Crite Fiocco: «Faremo le pulci all’orario di lavoro. Dubbi sull’uso del Poct»
L'ingresso dell'ospedale di Agordo
L'ingresso dell'ospedale di Agordo

AGORDO. La Cgil annuncia battaglia e intanto in vallata sale l’indignazione nei confronti di chi prende per i fondelli i rappresentanti dei cittadini.

È destinata a non finire qui la questione sollevata ieri dagli amministratori agordini circa la Crite (Commissione regionale per l’investimento in tecnologia ed edilizia) che ha deciso che ad Agordo non ci sarà alcun ripristino del laboratorio analisi.

Sul tema è infatti intervenuta ieri la Cgil Funzione pubblica con il segretario Andrea Fiocco. «La nuova organizzazione del laboratorio – dice – maturata in seguito al parere della Crite apre scenari inquietanti. Sul piano più strettamente sindacale, non possiamo non ravvisare che il tipo di servizio proposto, con apertura a carico dei tecnici di laboratorio dalle 8 alle 16, sette giorni su sette, è assolutamente improponibile con i tecnici attualmente in organico. Lo capirebbe anche un bambino. Su questo aspetto stiamo rassicurando i lavoratori che non transigeremo su turnazioni illegittime e faremo le pulci all’orario di lavoro per controllare che siano rispettate tutte le previsioni contrattuali e la normativa in termini di orario di lavoro».

Per la Cgil continuano inoltre a restare dubbi anche sull’uso del macchinario Poct da parte degli infermieri (anche del pronto soccorso).

«Ci sono dubbi di tipo organizzativo – dice Fiocco – perché ciò aggrava l’impegno di lavoratori spesso sottoposti a punte di attività piuttosto intense, ma anche di tipo legale, poiché la giurisprudenza storicamente non ha dato giudizi univoci».

Oltre al piano sindacale, per la Cgil c’è anche un piano politico sul quale le preoccupazioni non sono minori. «È noto – dice Fiocco – che la diagnosi del Poct non è la stessa di quella di altri apparecchi, ma i timori sono in prospettiva per tutto l’ospedale. Se questa è l’idea che in Regione hanno del laboratorio di Agordo, siamo preoccupati sul resto della struttura: cosa resterà ad Agordo nel giro di pochi anni? Ricordiamo che nei prossimi mesi si parlerà del nuovo Piano socio-sanitario tegionale e delle nuove schede regionali».

Fiocco, infine, esprime una considerazione che ieri in molti, ad Agordo e dintorni, hanno fatto. «Sempre sul piano politico, ma anche elettorale – dice il sindacalista – bisognerebbe che qualcuno cominciasse a chiedere conto a chi stava seduto davanti ai sindaci, durante l’incontro di Padova, due mesi fa, a chi cioè si era fatto garante di un’implementazione del servizio, con tre tecnici in servizio e supporto dal laboratorio di Belluno».

Le persone cui fa riferimento Fiocco sono Domenico Mantoan, direttore generale della sanità veneta, Adriano Rasi Caldogno e Giovanni Maria Pittoni, rispettivamente direttore generale e sanitario dell’Usl Dolomiti, e il consigliere regionale Franco Gidoni in rappresentanza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto.

«Dove sono finite le garanzie? – conclude Fiocco – Da quel tavolo tecnico erano emerse rassicurazioni anche sull’ospedale di comunità, che avrebbe trovato collocazione nell’ospedale di Agordo. E più in generale, questa maggioranza in Regione sta facendo promesse mirabolanti in sanità (vedi il caso Codivilla). Cosa resta poi di tutte queste promesse?».

Gianni Santomaso

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