La chiesa dei Gesuiti rivivrà con la sinergia tra Comune e privati
BELLUNO. Un tempo convento e collegio dei Gesuiti, sconsacrata durante l'epoca napoleonica, la chiesa che si trova nel complesso della ex caserma Tasso potrebbe tornare al Comune. Palazzo Rosso ha in mente un progetto per la sua valorizzazione e le condizioni sono ottimali per portarlo a termine. Le risorse potrebbero arrivare, grazie al bando per la rigenerazione urbana che è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 1° giugno.
Al progetto stanno lavorando gli uffici, insieme ad un professionista esterno. Il Demanio potrebbe trasferire l'immobile in base al federalismo culturale. Sono anche stati presi contatti con la Soprintendenza, perché nel piano rientreranno anche i privati: «Il Comune non potrebbe prendere in gestione anche questo palazzo, considerando che il suo patrimonio pubblico è già consistente», spiega l’assessore Franco Frison. Ci sono l’Auditorium, la Crepadona, il Fulcis, il Bembo. I palazzi della cultura non mancano in città. Il piano terra dell’antica chiesa potrebbe essere affidata a privati. Per farci cosa? È presto per dirlo, anche se in passato fra le ipotesi c'era quella di un caffè letterario. «Potrebbe diventare un esercizio pubblico», si sbilancia appena Frison, abituato a fare un passaggio alla volta.
Il primo, fondamentale, è stato la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del bando per la rigenerazione urbana. Lo Stato mette a disposizione 500 milioni di euro per progetti di recupero di immobili e spazi abbandonati. Al bando possono partecipare tutti i capoluoghi di provincia, con un tetto massimo per ciascun intervento di 18 milioni di euro. Belluno presenterà a Roma un piano di interventi nel quale sono compresi la ristrutturazione delle vecchie Gabelli, la ex caserma Piave, l’Auditorium o la Crepadona e, appunto, la chiesa che un tempo era intitolata a Sant’Ignazio. I progetti vanno presentati entro il 30 agosto.
Il secondo passaggio, anch’esso fondamentale, è la riapertura dei termini per il trasferimento di beni del Demanio ai Comuni. «Un passaggio che non avrà costi per gli enti locali, ma solo se presenteranno un progetto per la valorizzazione degli immobili», puntualizza Frison. In Comune c'era un progetto, datato 2008, per la riqualificazione della chiesa. Si prevedeva di trasformarla in un auditorium, con un palco, due balconate laterali, una platea. Sarebbe diventata una sala concerti per cinquecento persone. «Il progetto era molto ambizioso», continua Frison. «Noi abbiamo scelto di guardare a cosa possiamo realmente fare». La chiesa ai tempi di Napoleone venne “tagliata” in altezza, ricavando un primo piano che il Comune pensa di trasformare in sala polifunzionale. In tutto il piano terra, dove ci sono due file di colonne che dividono le tre navate della chiesa, terminati i lavori di ristrutturazione (a carico del Comune) entrerebbero in gioco i privati. Gli spazi sono enormi (500 mq per piano), adatti a creare, per esempio, al piano terra «un esercizio pubblico». Un caffè letterario, un ristorante di classe, uno spazio di incontro per la comunità.
Affinché il progetto si realizzi devono andare al loro posto tutti i tasselli del puzzle, ma le condizioni perché ciò avvenga ci sono. «A giorni partirà la lettera al Demanio per ottenere la proprietà della chiesa», conclude Frison. Poi si potrà cominciare a pensare davvero di restituirla alla città.
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