La chiesa di San Liberale intitolata agli emigranti

Due targhe dentro e fuori l’edificio testimoniano l’iniziativa voluta dall’Abm. Autorità e cittadini presenti numerosi alle pendici del monte Serva

BELLUNO. Gli emigranti bellunesi hanno la loro chiesa. Un’iniziativa fortemente voluta dall’Abm e che è diventata realtà: la chiesa di San Liberale, piccolo gioiello sacro alle pendici del Serva, è ora dedicata agli emigranti della provincia di Belluno. A testimoniarlo sono due targhe, una all’interno e l’altra all’estero della chiesetta. Numerose le persone che si sono recate ieri alla chiesa costruita tra il VII e VIII secolo dopo Cristo.

Tanti ex emigranti e anche un gruppo di oriundi bellunesi, arrivati in questi giorni direttamente dal Brasile. «Tre anni fa nella nostra associazione, su spinta di Patrizio De Martin, era nata l’idea di procedere all’intitolazione per celebrare il 50° dell’Abm in modo tangibile», ha ricordato il presidente De Bona. «Tanto l’impegno messo in questi anni dalla parrocchia di Sargnano, dall’Associazione migranti e lavoratori dell’Oltrardo, dall’Abm stessa e da molti privati cittadini per garantire il recupero di questa splendida chiesa. I lavori non sono ancora terminati e c’è ancora il bisogno dell’aiuto di tutti».

Il parroco di Cavarzano, don Francesco Soccol, ha ricordato il secolare legame che lega San Liberale agli emigranti. L’Associazione migranti e lavoratori dell’Oltrardo nasceva nel 1903, da un’idea di alcuni residenti di Sala e, nel periodo antecedente alla seconda guerra mondiale, alcuni soci si fecero carico di raccogliere generi alimentari, dando vita anche a una società di mutuo soccorso: il sodalizio anticipava i soldi per l’acquisto della merce, soprattutto per le famiglie che avevano un componente all’estero, da emigrante.

«A San Liberale si recavano a pregare tanti bellunesi prima di partire per l’estero, cercando forza nelle grandi difficoltà», ha detto don Francesco. «Quanti ricordi e testimonianze di sofferenza racchiudono queste antiche mura. La vita dell’uomo è una ricerca continua. Gli emigranti si facevano tante domande e partivano per garantire un futuro migliore alle loro famiglie. L’intitolazione è importante perché riconosce tutti questi aspetti».

Presenti alla cerimonia, tra gli altri, anche il sindaco di Belluno Massaro, l’assessore alla cultura Alpago Novello, Sergio Reolon, la senatrice Raffaela Bellot, il consigliere regionale Franco Gidoni, l’ex senatore Gianvittore Vaccari e il coro Dolada. Alle scoprimento della targa dedicata agli emigranti è seguita la messa celebrata da don Francesco e da don Giacomo Mazzorana, che ha anche tenuto una lezione d’arte sulla storia della chiesa, che conserva memoria storica del periodo altomedioevale, con la classica impostazione a croce latina, cripta e abside sopraelevato.

 

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