La chiesetta travolta dal Vajont risorgerà in vetro e acciaio

Posata la struttura del memoriale che proteggerà i resti salvatisi dal disastro. La conclusione dei lavori è prevista entro novembre, poi la festa inaugurale

ERTO CASSO

È entrato nel vivo l’intervento di posa della struttura del memoriale di San Martino, ad Erto: la nuova chiesetta in acciaio e vetro sta prendendo rapidamente forma grazie all’ausilio di una potente gru posizionata lungo l’ex statale 251 della Valcellina – Val di Zoldo.

Il cantiere è stato visitato da don Roberto Tondato, cancellerie della diocesi di Concordia Pordenone, e dal parroco del paese, don Eugenio Biscontin.

Ad accompagnare i due sacerdoti c’era il progettista, l’architetto Carla Sacchi. Quest’ultima ha illustrato lo stato di avanzamento dei lavori, ripresi di recente dopo una lunga pausa dovuta ad alcuni rilievi archeologici disposti dalla Sopraintendenza ai beni culturali di Udine.

Attorno ai resti del precedente manufatto, distrutto dall’onda del 9 ottobre 1963, sono state infatti rinvenute ossa umane risalenti al periodo preistorico.

La nuova struttura sarà una sorta di involucro a protezione del pavimento e dei pochi resti dell’edificio precedente che si sono salvati dal disastro del Vajont.

In alcuni giorni è stato montato lo “scheletro” in acciaio e, meteo permettendo, si ipotizza una conclusione dell’opera entro il mese di novembre. L’avanzamento rapido dei lavori si è reso possibile grazie al diretto interessamento dell’ingegner Luigi Cimolai che, attraverso la propria omonima azienda, ha donato alla comunità di Erto materiali, ore di lavoro e competenze. Per questo il comitato della frazione ha installato un enorme cartellone di ringraziamento a Cimolai e alle sue maestranze.

Don Tondato e il Comune hanno poi affrontato il tema dell’accesso al memoriale e di come renderlo visibile anche dall’abitato di Erto: in questo senso il sindaco Fernando Carrara si è reso disponibile a effettuare degli interventi nel sito su cui si affaccia l’immobile. Non è stato invece ancora deciso quando verrà inaugurato il manufatto, alla cui cerimonia ha già annunciato la propria presenza il vescovo, monsignor Giuseppe Pellegrini, che ha sempre seguito in prima persona l’iter. Di certo è che si tratterà di un’autentica festa di paese.

«Sono sicuro che saranno molti gli emigranti e le persone che non abitano più in Val Vajont a far rientro per assistere al taglio del nastro», ha concluso Carrara ringraziando il comitato che non ha mai gettato la spugna in 56 anni di battaglie.

La costruzione spazzata via dalla sciagura era la più antica della zona in quanto realizzata sulle fondamenta di un insediamento preromano. —


 

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