La cimice asiatica minaccia l’agricoltura

L’allarme della Coldiretti: «A Treviso i produttori sono disperati, ma si sta espandendo velocemente anche nel Bellunese»

BELLUNO

Le cimici che flagellano le produzioni agricole nel trevigiano «stanno arrivando anche nel bellunese, e in una maniera anche abbastanza veloce». A lanciare l’allarme è la Coldiretti: «Sulla frutta e verdura potrebbero fare danni ingenti, sicuramente c’è preoccupazione», dice il presidente dell’associazione di categoria Alessandro De Rocco, subentrato da pochi mesi a Silvano Dal Paos, che conferma: «E’ un grandissimo problema, a Treviso sono disperati. Speriamo nell’arrivo del freddo per fermarle». Il nome della specie è Halyomorpha Halys, arriva dalla Cina e il caldo fuori stagione ne ha favorito l’avanzata.

La Marca è invasa e per quanto il bellunese sembri al momento più fortunato rispetto ad altre province della Regione, le cimici asiatiche «stanno arrivando sempre di più, ma forse si sentono meno perché trovano anche altre piante di cui cibarsi», commenta De Rocco della Coldiretti, che si aspetta un aumento. Sono ghiottissime di soia, ma attaccano un po' di tutto, in particolare coltivazioni di frutti come i kiwi, senza dimenticare i pomodori e prodotti orticoli, a rischio a loro volta.

Il problema è che mancano le armi per combattere questi insetti, che stanno entrando anche in molte case, tenendo in scacco i residenti costretti a ingegnarsi. «Non ci sono predatori per le cimici asiatiche, che da noi sono state introdotte – osserva ancora Alessandro De Rocco – e prima che la natura si riequilibri ci vuole del tempo».

La situazione va monitorata e un rimedio va trovato, affidandosi alla ricerca perché per il momento contromisure non ce ne sono, se non dotarsi di reti protettive. Lo sottolinea il past president di Coldiretti Silvano Dal Paos: «Sono state incaricate due università di studiare il modo di contenere questa invasione, che è terribile, e aspettiamo suggerimenti da parte loro», dice. «Se negli ultimi due anni la pianura era stata colpita e noi eravamo un po’ esenti, quest’anno le cimici stanno arrivando anche qua».

Stime non ne sono state fatte, né previsioni su quali potrebbero essere le zone maggiormente a rischio, ma l’attenzione è alta perché la cimice, oltre a inficiare la qualità organolettica del prodotto, lo deforma, pregiudicandone così l’arrivo sul mercato diretto.

Una considerazione la fa anche il presidente di Confagricoltura Diego Donazzolo: «Allarmi per il momento in provincia di Belluno non ne ho sentiti, la presenza c’è, ma non nelle dimensioni denunciate a Treviso», commenta. «E’ un problema grosso che va affrontato a livello di istituto di ricerca anche perché è un insetto veramente difficile da combattere. Il timore è che vengano messe a rischio soprattutto le produzioni frutticole. La preoccupazione quando si sente di queste invasioni c’è, perché poi mancano gli strumenti per combatterle e allora il reddito va a farsi benedire e avremo ancora più terreni abbandonati», prosegue Donazzolo, che invita a non demonizzare i prodotti fitosanitari, per non dover combattere con armi spuntate: «Le cose vanno affrontate con serenità e soprattutto serietà da parte di tutti», spiega. «Si parla di prodotti fitosanitari approvati da un ministero che si chiama ministero della Salute. Forse le persone andrebbero informate meglio su quello che fanno gli imprenditori e su quanto rischiano nel procurarsi un reddito, senza allarmare nessuno perché nessuno fa male a chi abita in un territorio». —


 

Argomenti:cimice

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi