«La colata parte sopra i 1.600 la competenza non è nostra»
CORTINA. «La competenze non è nostra, anzi: siamo noi le prime vittime». Continua il botta e risposta tra Anas e Regole d'Ampezzo sulla frana di Acquabona. Il 24 giugno l'Anas aveva inviato alle Regole una diffida, intimando di svuotare gli invasi sopra la statale entro 10 giorni e aveva sottolineato che le Regole avrebbero dovuto pagare i danni subiti dalla Statale e il danno di immagine di Anas.
Pronta la replica delpresidente delle Regole Gianfrancesco Demenego: «Le Regole d'Ampezzo non hanno né la competenza tecnica per intervenire a tutela della Statale, né la responsabilità, né le capacità economiche per sostenere costi che vanno computati alla pubblica amministrazione, in quanto volti unicamente alla tutela di un bene pubblico qual è l'Alemagna». Di fatto le Regole contestano formalmente la diffida ad intervenire inviata dall'Anas e ribadiscono, come già fatto durante gli incontri in Prefettura, che l'Ente è unicamente proprietario dei fondi boschivi attraversati dalla frana del Sorpais.
«I fenomeni franosi», sottolinea Demenego, «si innescano dalla roccia che è di proprietà del Demanio dello Stato, pertanto le Regole sono il primo soggetto danneggiato con la distruzione naturale del bosco causata dalle frane e con l'occupazione di aree di loro proprietà per la realizzazione degli interventi ordinari e straordinari di protezione del tracciato stradale». Le missive tra Anas e Regole vedono in copia anche la Regione, il Comune, la Prefettura e la Provincia. Dalle ultime colate, gli invasi sono stati liberati, ed è fondamentale che siano vuoti. Ora si tratta di capire chi deve pagare per lo svuotamento degli invasi e chi dovrà tenerli puliti. Ma le Regole sono certe di non dover essere loro in quanto l'innesco della colata parte da quote superiori ai 1.600 metri, sotto la Punta Nera, su terreni demaniali.
«Le Regole», spiega Demenego, «si configurano come parte lesa a causa dei fenomeni franosi piuttosto che come ente proprietario della ripa a monte da cui partono le frane. L'unico bene da proteggere dalla colata è la strada, il cui tracciato è stato individuato, progettato e realizzato dall'Anas, e pertanto non può che competere all'Anas, proprietaria della strada, la realizzazione e la manutenzione di opere di contenimento o di sostegno», chiosa Demenego. «Le Regole hanno sempre cercato di collaborare con gli Enti preposti. Abbiamo provveduto a tenere pulita l'area di val Longia de Fora come era stato stabilito da una convenzione del 2011. Ma dallo scorso anno la situazione si è modificata: si sono innescate nuove colate su aree che esulano da quelle previste nella convenzione. Abbiamo sempre messo a disposizione i terreni e abbiamo sistemato la strada forestale sul Boite. Non si può chiedere alle Regole di intervenire a garanzia di una strada statale e di competenza dell'Anas».(a.s.)
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