La colonia della Diocesi di Belluno a Cavallino-Treporti compie sessant’anni
Migliaia di giovani
al mare al San Paolo.
L’amministrazione comunale concede la targa “Excellence”.
Il ministro D’Incà: un luogo di relax e di grande solidarietà
CAVALLINO-TREPORTI. Spegne sessanta candeline il villaggio San Paolo, la struttura balneare della diocesi di Belluno-Feltre a Cavallino-Treporti, meta di vacanze per migliaia di bellunesi (e non solo). Il villaggio senza barriere architettoniche ospita famiglie e persone con disabilità ed accoglie ogni estate centinaia di volontari giovani e adulti che affiancano i dipendenti della struttura.
Le nozze di diamante sono state celebrate martedì al villaggio. Erano presenti, tra gli altri, il direttore della struttura Daniele Prataviera, il direttore dell’Odar Paolo Santesso, il vescovo di Belluno – Feltre Renato Marangoni e il ministro Federico D’Incà. «È un traguardo significativo perché, forse per la prima volta, la storia di questo villaggio eccede il contributo che ciascun singolo può dare: certifica la coralità degli sforzi», sottolinea il direttore di Odar, Santesso. «Il segno di questi sessant’anni», prosegue, «è sempre stato il turismo inclusivo, che nell’arco di queste decadi è passato dal valore quasi profetico dei primi tempi ad un vero e proprio modo di fare che oggi, peraltro, è anche legge. E questo ci ha plasmati tutti, in due sensi: il primo è che ci aiuta a ricordare che la vacanza è anche una questione di dignità e di diritti e che il tempo speso per sé e per la propria famiglia ha un valore; il secondo è che dalle persone con disabilità impariamo giorno dopo giorno che non esiste solo il dato oggettivo di una difficoltà, ma anche il modo in cui, assieme a loro, quella difficoltà cerchi di superarla».
Nell’occasione, gli amministratori del comune di Cavallino-Treporti (il sindaco Roberta Nesto e l’assessore alle pari opportunità Giorgia Tagliapietra) hanno consegnato alla struttura la targa “Excellence” per i suoi primi sessant’anni di attività sottolineando che il villaggio «nel tempo ha saputo costruire un percorso virtuoso e una rete di collaborazione anche anche con gli enti».
Ma che stagione è stata quella dei 60 anni che si concluderà tra qualche settimana? «Anzitutto una stagione che conferma il trend sempre in crescita per quanto riguarda la partecipazione di volontari», spiega Santesso, «specialmente quelli giovani, che desiderano vivere questa esperienza. Quanto agli ospiti, registriamo una ripresa delle presenze tornata a livelli pre-pandemici. Registriamo però anche due mutamenti. Il primo riguarda il bacino territoriale, che da quest’anno si è allargato molto, con un’apertura alla clientela estera che apprezza e riconosce le caratteristiche del villaggio. Il secondo è legato al sempre maggiore dinamismo nel ricambio degli ospiti: persone sempre nuove che ci stimolano moltissimo, ogni volta, a non dare nulla per scontato».
Parole di grande apprezzamento sono state espresse anche dal ministro Federico D’Incà. «Si tratta di un luogo dedicato alle famiglie e alle persone con disabilità», ha sottolineato il bellunese, ministro per i rapporti con il Parlamento, «sicuro per i bambini, in cui è possibile rilassarsi e trascorrere le vacanze anche grazie alla presenza di volontari e di uno staff di animazione. Tante persone, soprattutto molti giovani, ogni anno dedicano parte della loro estate ad aiutare il prossimo». —
N. P.
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