La conca dell’Alpago nella morsa del virus: «Contagi in aumento. Siamo preoccupati»

Il sindaco Soccal: «Neanche in primavera così tanti positivi». Dal Borgo: «I turisti hanno comportamenti poco consoni»

ALPAGO

Preoccupa la situazione epidemica nella conca dell’Alpago. Rispetto alla prima ondata di Coronavirus, infatti, il virus si è diffuso maggiormente, arrivando a numeri importanti. Spiazzati gli amministratori locali, che lanciano l’allarme.

Il sindaco Umberto Soccal è il primo a dirsi preoccupato: «Ad oggi nel mio comune ci sono 151 positivi, 80 persone in quarantena e sei ricoverati in ospedale di un’età tra i 50 e 60 anni. Nelle ultime settimane abbiamo assistito a un trend in crescita evidente che ora pare un po’ rallentato; non sappiamo, però, se questa flessione sarà stabile». Per fortuna si stanno salvando le case di riposo: «A parte una donna delle pulizie, i tamponi di controllo eseguiti la settimana scorsa erano tutti negativi».

Soccal evidenzia che neppure durante la prima ondata di Covid-19, quando nella sola rsa erano stati registrati circa cinquanta contagiati, il suo comune aveva registrato numeri così alti. «Ci sono ancora persone che non hanno capito come comportarsi, soprattutto c’è una forte esplosione di focolai nei nuclei familiari: uno si ammala e contagia tutta la famiglia», dice Soccal, che poi precisa: «Numerosi dipendenti comunali si sono trovati contagiati, tra loro anche un autista del trasporto scolastico. Abbiamo fermato per una settimana il servizio per eseguire i test anche sugli altri autisti che sono risultati negativi e così il trasporto è ripreso», racconta il sindaco.

Di fronte a una epidemia così importante, anche le scuole vengono toccate: «Il virus ha fatto il giro di tutte le classi, attualmente ne abbiamo una delle elementari e una delle medie in quarantena. E anche in questo caso il virus è entrato dall’esterno, perchè gli istituti scolatici sono sicuri, le regole vengono seguite alla lettera».

Il Comune, per rendere più agevole la didattica a distanza, ha stanziato alcuni fondi per migliorare la rete Internet e renderla in grado di sostenere il gran numero di utilizzatori. Ma ha anche cercato di potenziare i controlli sia della polizia locale che dei militari dell’Arma. E qualche sanzione è scattata soprattutto a bar che non rispettavano le regole e ai loro avventori che non usavano le mascherine. «Adesso, con le ordinanze più stringenti, dovremmo vedere dei miglioramenti anche nei numeri», conclude Soccal, che si è confrontato con i colleghi. «È tutta la conca a registrare tanti contagi, siamo al 2% della popolazione». Intanto, l’Unione montana ha attivato un servizio per aiutare chi ha bisogno di medicine, fornendo anche l’elenco dei negozi di alimentari che portano la spesa a domicilio.

Anche a Chies la situazione inquieta il sindaco Gianluca Dal Borgo: «Un comune di 1300 abitanti», precisa, «conta 45 positivi, 9 persone in quarantena e 5 ricoverati. Nelle scuole abbiamo avuto un solo caso di positività di una studentessa che è ancora in isolamento. Come amministrazione comunale abbiamo messo in piedi un servizio per prevede la possibilità di avere in farmacia in comodato d’uso per 0,50 euro al giorno un ossimetro per misurare la presenza di ossigeno nel sangue. Per ora disponiamo di due apparecchi, ma ne vogliamo comprare un terzo. La consegna del saturimetro deve avvenire dietro prescrizione medica».

Dal Borgo invita i cittadini ad agire con senso civico «per rispetto di chi è malato e di chi potrebbe ammalarsi. Chiedo serietà e collaborazione per rispettare anche l’eventuale isolamento fiduciario e un aiuto per tracciare i contatti». Per il sindaco l’aumento di contagi in questa seconda ondata va individuata «nei comportamenti spesso poco rispettosi di molti turisti che, dopo un’escursione tra le nostre belle montagne, si siedono al bar e magari non utilizzano bene la mascherina. So che anche i gestori dei locali hanno un po’ paura di questo». Dal Borgo è consapevole del suo ruolo importante per sensibilizzare, ma anche rassicurare i suoi concittadini. «Dobbiamo fare rete coi medici di base, con gli enti preposti e con i commercianti. Speriamo così di uscire presto dalla pandemia». —


 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi