La convenzione non sarà rinnovata

BELLUNO. «La Provincia non rinnoverà la convenzione con il Soccorso alpino per mancanza di soldi». Lo ha comunicato Palazzo Piloni al delegato provinciale del Cnsas, Fabio Rufus Bristot. La...
Fabio Bristot
Fabio Bristot

BELLUNO. «La Provincia non rinnoverà la convenzione con il Soccorso alpino per mancanza di soldi». Lo ha comunicato Palazzo Piloni al delegato provinciale del Cnsas, Fabio Rufus Bristot. La decisione, come era logico attendersi, non è stata accolta positivamente dal Corpo del soccorso alpino.

La polemica si era innescata la settimana scorsa quando, non avendo ricevuto risposta alla richiesta di rinnovo della convenzione scaduta a dicembre, il delegato Bristot era uscito allo scoperto chiedendosi il perché del silenzio della Provincia su una questione così importante. E così, dopo l’ennesima sollecitazione, la Provincia ha inviato una lettera con le spiegazioni circa l’impossibilità di sostegno al Soccorso alpino.

«La Provincia di Belluno ha finalmente e gentilmente risposto alle sollecitazioni effettuate recentemente dal Soccorso Alpino Dolomiti Bellunesi circa la necessità di rinnovare la convenzione, riferendo che la stessa non verrà rinnovata per difficoltà ascrivibili ai tagli che l'ente ha subito con le varie spending review», riferisce Bristot che spiega però il suo stato d’animo. «Malgrado la scelta sia legittima, e al di là dell'aspetto economico, pensavamo, come organizzazione che rappresenta da 60 anni il territorio delle Dolomiti e ha effettuato solo l'anno scorso 790 interventi di soccorso, traendo in salvo 899 soggetti e impegnando 3.934 operatori, di poter avere un occhio di riguardo. Pensavamo anche di poter valere quell’1/80 circa, che è la cifra rappresentata dal corrispettivo della vecchia convenzione rispetto a quanto stanzia annualmente la Provincia di Trento. Fatte le debite proporzioni nel merito (statuto, ma anche conoscenza di cosa sia e faccia il Cnsas), Trento batte Belluno 80 a 0. Ma si sa le montagne sono diverse».

Il delegato provinciale non nasconde di «essere rimasto con l'amaro in bocca, una sensazione davvero sgradevole che in ogni caso fa riflettere su quali siano le priorità, in una congiuntura complessa come quella attuale».

Ma il Cnsas «non si fermerà, perché dietro le carte c’è la passione», dice Bristot. «Ma è indubbio che questo taglio ci metta in difficoltà. Dovremo rivedere alcune spese e investimenti, soprattutto sul ponte radio e sulla formazione. Visto che la Provincia non ha un euro, vorrà dire che il prossimo anno, quando celebreremo i 60 anni di attività, faremo festa senza il suo patrocinio».

Da Palazzo Piloni fanno sapere che «il taglio di 2,5 milioni di euro imposto dalla spending review ci ha messo in difficoltà, tanto che abbiamo tagliato i contributi a tutte le associazioni. Al Cnsas abbiamo scritto che confidiamo di poter tornare a sostenere questa meritoria associazione, vedremo se nell’assestamento di settembre avanzerà qualcosa. Lungi da noi ogni polemica con il Cnsas». (p.d.a.)

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