La cooperativa Cadore Scs lascia Sappada, stagione a rischio
SAPPADA. La cooperativa non è più in pista. La Cadore Scs ha ritirato la propria disponibilità a occuparsi della gestione degli impianti di risalita e del parco Nevelandia di Sappada. Non ci sono le condizioni necessarie a procedere, dopo i quattro incontri delle ultime settimane con il personale stagionale e fisso. Nessuno ha accettato il patto di solidarietà salariale (in due parole dolorose, lacrime e sangue), che sarebbe servito a ridurre le inevitabili perdite di gestione. La parola passa alla Gts, la società proprietaria degli impianti, che dovrà decidere come comportarsi, in tempi stretti. Mancano venti giorni a Natale e la stagione starebbe per entrare nel vivo. Non si può sottovalutare il pericolo che la stagione salti.
La candidatura della Cadore Scs era stata presentata, dopo l’esperienza estiva: «Ci era stato chiesto di curarci di un solo impianto, quello di Sappada 2000, cosa che abbiamo fatto e con una certa soddisfazione», spiega il presidente Pasquale Costigliola, «è andata abbastanza bene, ecco perché siamo stati chiamati in causa, prima per la manutenzione degli impianti e più di recente per la stagione invernale. Prima di accettare, abbiamo fatto tutta una serie di verifiche e sono state settimane di discussioni e confronti, per arrivare alla conclusione che non possiamo permetterci di riprendere in mano una situazione oggettivamente rischiosa. Nessuno pretende di guadagnarci, allo stesso tempo è necessario cercare di limitare al massimo le inevitabili perdite. Abbiamo fatto tutte le riflessioni necessarie, anche con i nostri 170 associati, ma né dai fornitori né dai lavoratori sono arrivate risposte incoraggianti».
La società Campetti 2010 srl è finita il liquidazione e ha dovuto chiudere. La cooperativa di Pieve di Cadore non poteva rischiare di fare la stessa fine: «La proprietà ha fatto la sua parte, avviando una raccolta di fondi e anche il Comune si è mosso, affinché si arrivasse a una soluzione positiva della questione. Ma affinché il film venga bene, bisogna che tutti gli attori facciano la propria parte. L’alternativa poteva essere l’intervento consistente di qualche sponsor privato, ma questa strada non è stata percorribile e non c’era altro tempo da perdere, vista la data che segna il calendario».
Il progetto della Cadore Scs sembrava realizzabile: «Prevedeva la riduzione di tutti i costi di gestione, dal costo del lavoro ai fornitori; un sostegno da parte dell’ente locale e un contributo tramite la Gts, proveniente dal fondo raccolto da parte del comitato promotore per la salvaguardia degli impianti di Sappada», snocciola Costigliola, «sul primo punto, non c’è stato un accordo tra tutti i soggetti coinvolti, a quel punto la nostra cooperativa si è ritirata. Mi dispiace moltissimo, non lo nascondo, ma non possiamo essere noi a gestire l’inverno».
C’è tanto di comunicato ufficiale, di fronte al quale il sindaco Manuel Piller Hoffer sembra spiazzato: «Non ho niente da commentare, fino a quando non leggerò questo documento». Venti giorni a Natale.
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