La Corte dei conti indaga su tre coop

Al vaglio l’erogazione di prestiti agevolati per 12 milioni di euro a Ca’ della Robinia (Nervesa),  Ipas (Padova) e alla Athena di Laggio di Cadore. Le tre coop avrebbero dovuto avviare attività economiche con ricadute sociali, impegnandosi ad offrire servizi o lavoro a persone con disabilità o ex-detenuti. Attività delle quali - a anni di distanza - non c’è alcuna traccia.
L'ex preventorio di Laggio di Cadore
L'ex preventorio di Laggio di Cadore

VENEZIA. Hanno chiesto e ottenuto dalla Regione oltre 12 milioni di euro di fondi pubblici a condizioni molto favorevoli - tasso zero, da restituire in 25 anni - per avviare attività economiche con ricadute sociali, impegnandosi ad offrire servizi o lavoro a persone con disabilità o ex-detenuti. Attività delle quali - a anni di distanza - non c’è però traccia: o perché non ancora avviate (come la casa turistica per la riabilitazione delle persone disabili a Laggio di Cadore) o perché si tratta di “normali” attività private, senza ricadute sociali, come la birreria inaugurata a Nervesa della Battaglia nel casolare che avrebbe dovuto ospitare un fattoria sociale o il grande magazzino per la movimentazione delle merci realizzato a Monselice per dare lavoro a ex detenuti, ma che di carcerati non ne ha mai visti.

Nei giorni scorsi, la Procura della Corte dei Conti del Veneto ha aperto un fascicolo per verificare se in tutto questo vi sia stato danno erariale e - se sì - individuarne i responsabili, ricostruendo sia i criteri di assegnazione dei fondi, sia la loro gestione, come pure l’iter di verifica: chi doveva controllare che i soldi erogati fossero utilizzati come promesso e, nel caso, chiederli indietro?

Tre i casi finiti sul tavolo del procuratore Carime Scarano, che ha ora assegnato l’indagine alla pubblico ministero contabile Chiara Imposimato, partendo da una indagine della Guardia di Finanza, già al centro di un’inchiesta della Procura di Treviso: è il caso dei 3,4 milioni di euro concessi nel 2011 alla cooperativa sociale Ca’ della Robinia per realizzare una fattoria sociale a Nervesa della Battaglia, ma divenuta una birreria disco pub.

Nei giorni scorsi - dopo l’esplosione del caso - il presidente della Regione Luca Zaia ha inviato alla Corte dei Conti un esposto sul caso. Nel frattempo, però, le segnalazioni di anomalie si sono moltiplicate. Le inchieste giornalistiche hanno, infatti, rivelato altri casi, sulla destinazione di quel fondo di rotazione, allora gestito dall’assessore Remo Sernagiotto: operazione sulla carta dalle nobili finalità sociali, ma dalle ricadute quantomeno incerte, ad anni di distanza dall’erogazione dei prestiti a tasso zero.

Così nel fascicolo in Corte dei Conti sono finiti anche i 5,12 milioni di euro (2 dei quali già spesi) assegnati all'Athena Società Cooperativa Sociale di Vigo di Cadore per realizzare a Laggio una residenza turistica di riabilitazione per disabili e i loro familiari (mai avviata) e i 4,2 milioni di euro concessi all’Ipas di Padova per dare lavoro ad almeno trenta detenuti, ex carcerati e disoccupati over 50. A distanza di tre anni e mezzo il terreno è stato acquistato, il capannone realizzato in zona industriale, ma di ex detenuti nel grande magazzino neppure uno. «Colpa delle poche commesse», si è giustificato il presidente Moreno Lando davanti ai microfoni di Striscia la Notizia, mentre per Laggio (sì, è sempre lui il presidente) ha sostenuto che i ritardi sono dovuti a un contenzioso con il Comune sull’uso di una strada.

Parola adesso - oltre che alla magistratura penale di Treviso - anche alla Corte dei Conti.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi