La crisi? C’è ma l’occupazione tiene
Vascellari è sicuro: "Il sistema economico bellunese è forte"
BELLUNO. Non c’è Ideal Standard o Acc che tenga, la situazione occupazionale in provincia resta tra le migliori del Veneto. Forse la migliore. Ciò nonostante la crisi continua a essere profonda e la ripresa ancora troppo futuribile. Sono 1.230 i lavoratori che finora hanno pagato il colpo di coda dell’economia: il 40% è in cassa integrazione straordinaria, gli altri si trovano in mobilità.
Un numero oggettivamente elevato, ma che per Confindustria Belluno Dolomiti è inferiore alla media regionale. Quanto alla crisi, prima di vedere segnali concreti di ripresa ci vorrà tempo.
E’ questo il quadro aggiornato della congiuntura economica in provincia tracciato ieri dall’associazione industriali attraverso la Feinar, il servizio che si occupa dei cedolini paga di trenta mila lavoratori.
Il presidente Vascellari lo dice più volte: «In Veneto, il sistema economico bellunese tiene più di ogni altro». Il confronto, quindi, si fa con i colleghi della pianura, dove le cose vanno peggio.
Insomma, per gli industriali il tessuto produttivo bellunese è meno fragile di quanto lo si dipinga. Stando ai dati dell’associazione nei primi dieci mesi del 2009 le procedure di crisi aziendale aperte nel Bellunese sono state cinquantotto, cinquantasette invece quelle già concluse.
Tra i comparti produttivi più colpiti non ci sono soltanto l’occhialeria e la meccanica, ma anche il turismo, i servizi alle imprese e la pubblica amministrazione.
Sette imprese in crisi su dieci hanno meno di cinquanta dipendenti: questo significa che in provincia la crisi attanaglia soprattutto i più piccoli. Resta un campo minato e poco sondato quello dei lavoratori precari, che continuano a rappresentare un problema oltre che sociale anche statistico. Ad ammetterlo è lo stesso Vascellari.
Altro capitolo è la questione delle ore di cassa integrazione straordinaria. Secondo i dati di Confindustria, Belluno presenta i dati più contenuti del Veneto. Da gennaio a oggi le ore richieste sono state 850 mila su un totale regionale di quasi venti milioni. Ma il terreno è minato, viste le polemiche con i sindacati.
Quanto alla cassa ordinaria, Belluno è terza, ma con una precisazione. Delle ore richieste dalle aziende, solo un 25 per cento viene concretamente utilizzato. Da gennaio a oggi poi sono diminuite le nuove assunzioni, mentre tengono - sempre guardando alla pianura - gli avviamenti con contratti a tempo indeterminato e gli apprendistati.
L’ultimo dato disponibile, risalente allo scorso febbraio, parla di 6.491 disoccupati contro i 3.800 di fine 2007. Nell’ultimo anno si è passati dagli ottocento ingressi in disoccupazione di ottobre 2008 ai 300 del giugno di quest’anno. Una marcia che per Confindustria ha rallentato la sua corsa. Resta da vedere se e quanto durerà.
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