La crisi ha colpito consulenti del lavoro e anche geometri
BELLUNO. Quali sono le libere professioni che vanno per la maggiore in provincia? Secondo Il sole 24 Ore, negli ultimi 10 anni gli avvocati sono aumentati del 52,5%, i commercialisti del 33,4%, architetti e ingegneri del 13,5%. Tengono ragionieri (+0,9%) e dentisti (+8,5%). In calo consulenti del lavoro (-14,8%) e geometri (-3,1%). Dati che non sorprendono i presidenti dei rispettivi albi professionali.
«A oggi sono 47 i consulenti del lavoro iscritti nel Bellunese», precisa il presidente Innocenzo Megali. Pochi. E i motivi sono due: i giovani che vogliono fare questo mestiere sono sempre meno e la crisi, che ha provocato la chiusura di molte aziende e la riduzione della forza lavoro. «Oggi questa attività è diventata più complessa», dice Megali, «non si tratta solo di compilare le busta paga, ma anche di organizzare i welfare aziendali. Insomma, siamo consulenti a 360 gradi. Purtroppo, anche entrare a far parte dell’albo non è facile: l’esame su base regionale è molto selettivo».
Trend in discesa anche per i geometri. «A Belluno siamo 407, ma eravamo 422 nel 2015 e 428 nel 2014. Il problema», precisa il presidente Paolo Vaccari, «è stata la riforma della scuola che ha cambiato al denominazione da istituto per geometri a “Cat”, acronimo di Costruzione, ambiente e territorio generando confusione. Le materie sono le stesse, ma rimodulate. Anche la crisi dell’edilizia non aiuta. Credo che una leggera ripresa si potrà avere nei prossimi anni».
A lamentarsi sono anche gli architetti, oggi 470 in provincia. E se il Sole 24 ore considera questa professione in crescita, per il presidente dell’Ordine Alessandro Sacchet non è così. «Q è una professione che non è poi così interessante e non c’è nemmeno mercato. E poi ci sono molti ragazzi laureati che vanno all’estero dove ci sono più opportunità. Si paga poi per la confusione tra professioni simili come ingegneri, geometri e architetti. E i redditi medi sono in calo».
A non risentire dalla crisi è la professione dell’ingegnere, come evidenziato da Ermanno Gaspari, presidente dell’Ordine. «Di ingegneri c’è sempre bisogno, in provincia siamo 829 (+41 rispetto a 10 anni fa). La crisi ha fatto uscire molti dalle aziende portandoli ad iscriversi tardivamente alla libera professione. Gli sbocchi per noi sono diversi e anche se il settore edile è in crisi, le specializzazioni sono varie: si va dall’informatico all’ambientale al meccanico. È una laurea tecnica che risolve i problemi e quindi di lavoro ce ne sarà sempre».
I commercialisti, pur passando da 176 a 234 in 10 anni, registrano un calo preoccupante dei praticanti. La professioni inizia a diventare non così appetibile, come denuncia la presidente Michela Marrone. «Fino al 2008 i praticanti erano 30-40, ora ne abbiamo 5. I problemi è che ci sono stati imposti vari adempimenti, che ci hanno trasformato in una sorta di passa-dati dai contribuenti all’Agenzia delle Entrate. Inoltre non abbiamo prerogative come altre professioni». (p.d.a.)
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