«La crisi non sta calando e le famiglie soffrono molto»
BELLUNO. L’imponibile complessivo a livello provinciale è diminuito. Guardando le diverse categorie, quello dei pensionati tiene “botta”, per gli imprenditori c’è un lieve aumento, a soffrire è invece il reddito dei lavoratori dipendenti.
«Non è vero che la crisi sta calando», dicono i sindacati, «e sono in nuclei familiari a risentirne. I disagi sono tanti e le persone, ora, vanno a bussare anche alle porte dei sindaci». Per far capire come la crisi sia ancora forte e, nel contempo, si accrescano le disparità sociali, Bressan porta qualche dato: «Nei tre Comuni che ora formano Alpago, le fasce di reddito da 0 a 10 mila euro si ripartivano, nel 2012, 7 milioni e 430 mila euro; nel 2014, 6 milioni e 800 mila. Per i redditi sopra i 120 mila euro, invece, si è passati dai 3 milioni e 400 mila del 2012 ai 5 milioni e 420 mila di due anni fa». All’interno della contrattazione sociale c’è anche l’assistenza domiciliare: già lo scorso anno un’analisi condotta dallo Spi Cgil aveva evidenziato troppa disomogeneità tra i Comuni della provincia sul fronte di costi e tariffe.
«Avevamo chiesto di verificare i regolamenti applicativi, anche in considerazione delle modifiche intervenute in ambito Isee», prosegue Bressan. «Ora, chiederemo ai Comuni come si sono mossi e andremo a controllare se, su questi regolamenti, sono effettivamente intervenuti».
E risorse da destinare al sociale potrebbero essere recuperate attraverso la lotta all’evasione: per questo le organizzazioni sindacali inviteranno le amministrazioni a sottoscrivere i patti anti-evasione. «A livello veneto numerosi Comuni sono riusciti a riacquisire risorse. In provincia, in questa direzione si è mosso solo Livinallongo», dice ancora Bressan, «e adesso ci aspettiamo una risposta da tutti gli altri 63 Comuni». (m.r.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi